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Imposta unica sugli immobili e Comuni del Sud

08/09/2008
Il Ministro Calderoli annuncia l’arrivo dell’imposta unica sugli immobili a vantaggio dei Comuni e la Cgia di Mestre rivede i bilanci delle amministrazioni locali, in cui arrivano quasi 14 miliardi di euro in più con l’introduzione della novità presentata in questi giorni dal Dicastero per la Semplificazione. “Compaiono così, positivamente, nuovi saldi tra entrate e spese correnti – spiega il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – anche se a rimanere indietro come di consueto saranno le regioni del Sud. Una questione su cui riflettere: giusto premiare i più virtuosi ma difficilmente si potrà lasciare che alcune aree del paese affoghino nei saldi negativi”.

Questo l’esordio di Giuseppe Bortolussi alla più recente analisi condotta dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre a seguito della comunicazione del passaggio ai comuni del gettito delle più importanti imposte sugli immobili, ovvero l’insieme delle imposte che attualmente sono assegnate allo Stato, e che in futuro dovrebbero rafforzare l’autonomia tributaria delle amministrazioni locali.

Tra quelle maggiormente avvantaggiate dall’imposta unica sugli immobili si trovano la Lombardia alla quale la nuova imposta dovrebbe fruttare un aumento di 3 miliardi 389 milioni di euro; il Piemonte (un miliardo 48 milioni di euro), Emilia Romagna (1 miliardo 421 milioni di euro), Lazio (2 miliardi 496 milioni di euro), Toscana (1 miliardo 63 milioni di euro) e Veneto ( 1 miliardo 357 milioni di euro).

Queste le regioni in cui i comuni vedranno lievitare maggiormente i loro bilanci e quindi il saldo positivo. Ultimi comuni della graduatoria sono invece quelli molisani e lucani dove la devoluzione dell’imposta unica sugli immobili comporterà rispettivamente un incremento delle entrate pari a 37 milioni di euro e 53 milioni di euro.

Dati che sommati alle entrate proprie attuali dei Comuni vanno a comporre la nuova stima delle entrate (tributarie e extratributarie) complessive. In vetta si collocano gli Enti Locali della Lombardia con oltre 9 miliardi di euro, seguiti da quelli del Lazio (6 miliardi 468 milioni di euro), dell’Emilia Romagna (4 miliardi 133 milioni di euro), del Veneto (3 miliardi 848 milioni di euro) e del Piemonte (3 miliardi 495 milioni di euro).

Fanalini di coda rimangono i comuni del Molise (183 milioni di euro), dell’Umbria (605 milioni di euro), della Basilicata (255 milioni di euro), dell’Abruzzo (219 milioni di euro) e della Calabria (918 milioni di euro).

Sulla base di questa stima del quadro futuro delle entrate comunali (compresa quindi anche l’imposta unica sugli immobili), gli esperti dell’associazione artigiani mestrina giungono ai saldi attivi e passivi del Belpaese.

E a trionfare anche questa volta troviamo i comuni lombardi dove il saldo tra le entrate proprie complessive e la spesa corrente arriva a quota 1 miliardo 787 milioni di euro. Al secondo posto troviamo il Lazio con 1 miliardo 488 milioni di euro, al terzo posto l’Emilia Romagna con 633 milioni di euro e al quarto il Veneto con 608 milioni di euro di saldo positivo.

Di gran lunga inferiore il saldo positivo del Piemonte (27 milioni di euro), quello della Liguria (214 milioni di euro) e della Toscana (357 milioni di euro). Ultimo posto per i comuni della Campania dove il saldo negativo supera quota 1 miliardo di euro. E non va meglio neppure in Calabria dove il passivo arriva a 418 milioni di euro, mentre in Puglia la stima è di 362 milioni di euro.

In termini procapite la graduatoria regionale vede al primo posto i comuni laziali, dove il saldo tra le entrate proprie complessive e la spesa corrente arriva a quota 281 euro per ciascun cittadino; al secondo posto troviamo la Lombardia con 189 euro procapite e al terzo l’Emilia Romagna con 151 euro procapite.

Quanto a rappresentare un microcosmo a parte sono le regioni a statuto speciale. Per tutte il saldo risulta negativo nonostante l’introduzione della nuova imposta sugli immobili, ma la situazione non sorprende: “si tratta di regioni che godono di un diverso regime di imposizione fiscale”.


VERSO IL FEDERALISMO: LE IMPOSTE SUGLI IMMOBILI IN SOCCORSO DEI BILANCI COMUNALI

Ipotesi di copertura degli squilibri finanziari dei comuni attraverso il gettito delle imposte sugli immobili (anno 2006)



. Entrate proprie Comuni (A) Imposte sugli immobili devolute ai Comuni (B) Stima entrate proprie complessive (C=A+B) Spese correnti Comuni
(D)
Saldo tra entrate proprie complessive e spesa corrente (E=C-D) Saldo tra entrate proprie complessive e spesa corrente (euro procapite)
. . . . . . .
Piemonte 2.446 1.048 3.495 3.468 27 6
Lombardia 5.797 3.389 9.187 7.400 1.787 189
Liguria 1.234 595 1.829 1.615 214 133
Veneto 2.491 1.357 3.848 3.240 608 128
Emilia Romagna 2.712 1.421 4.133 3.500 633 151
Toscana 2.365 1.063 3.428 3.071 357 99
Umbria 434 171 605 695 -90 -104
Marche 831 306 1.137 1.160 -23 -15
Lazio 3.972 2.496 6.468 4.980 1.488 281
Abruzzo 658 219 877 885 -7 -5
Molise 146 37 183 248 -66 -204
Campania 2.440 863 3.303 4.323 -1.020 -176
Puglia 1.525 583 2.108 2.470 -362 -89
Basilicata 201 53 255 413 -159 -267
Calabria 752 166 918 1.336 -418 -208
Totale comuni RSO 28.005 13.767 41.772 38.802 2.970 60
. . . . . . .
Valle d'Aosta 93 34 127 183 -56 -449
Trentino Alto Adige 665 133 798 1.193 -395 -401
Friuli Venezia Giulia 702 231 932 1.177 -244 -202
Sicilia 1.687 607 2.295 4.035 -1.740 -347
Sardegna 713 240 954 1.461 -508 -307
Totale comuni RSS 3.860 1.245 5.105 8.048 -2.943 -327
. . . . . . .
TOTALE 31.865 15.012 46.877 46.850 27 0



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