“Per dare una prima organica risposta all’evidente necessità di rivedere la politica idrica del nostro Paese, basta dare concreto avvio al Piano Irriguo Nazionale”: ad affermarlo è Anna Maria Martuccelli, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, impegnata (domani) giovedì 22 giugno, al tavolo di concertazione, la cosiddetta “cabina di regia” per il fiume Po, convocata dall’Autorità di bacino a Parma. Accanto all’imprescindibile necessità di contemperare i molteplici interessi, che gravano ormai sul “bene acqua”, c’è infatti una possibilità operativa: aprire i cantieri per l’ammodernamento, l’adeguamento, la ristrutturazione della rete irrigua del Paese, secondo le priorità concertate fra Stato e Regioni. Il Piano Irriguo Nazionale volto a conseguire una razionale utilizzazione delle acque irrigue a usi multipli fu varato con la Legge Finanziaria 2004 e consentirà la realizzazione di opere per un importo, in conto capitale, pari a circa millecento milioni di euro, già stanziati ed impegnati; nella Finanziaria di quest’anno si è provveduto ad un rifinanziamento di tale piano, che consentirà la realizzazione di ulteriori opere irrigue per un importo in conto capitale pari a circa cinquecentocinquanta milioni di euro; i progetti individuati, redatti dai Consorzi di bonifica, sono tutti immediatamente cantierabili, ma sono ancora fermi per problemi procedurali di attuazione. Si attende un decreto interministeriale del Ministro dell’Agricoltura e dell’Economia.

“Se si vuole davvero dare una risposta in termini concreti e solleciti alla necessità di ottimizzare l’uso dell’acqua migliorandone l’efficienza, una possibilità c’è – conclude Massimo Gargano, Presidente A.N.B.I. – Al Governo chiediamo di sbloccare una vicenda annosa; in tutta Italia, non solo lungo l’asta del fiume Po, c’è bisogno di una nuova politica delle acque: investire nelle reti irrigue, come previsto, confermerebbe la priorità riconosciuta al settore in termini economici ed ambientali.”





GRAZIE