I dolci “galeotti” di Padova per festeggiare Miss Italia
Sono otto i detenuti che da tre anni imparano il mestiere di pasticceri a Padova, grazie al coordinamento del consorzio sociale Rebus e con il marchio “I dolci di Giotto”. E i prodotti che preparano (li trovate tutti sul sito www.idolcidigiotto.it) ormai sono molto noti, anche perché sono stati premiati con il piatto d’argento dell’Accademia italiana della cucina. Per la colomba pasquale e il panettone, prodotti in più versioni, si sono scomodati pezzi da novanta della gastronomia italiana come il “gastronauta” Davide Paolini e Paolo Massobrio del Club Papillon. E i biscotti del carcere fanno bella mostra di sé al Caffè Pedrocchi di Padova. Qualità sopra ogni cosa, insomma, anche nelle eleganti confezioni con le immagini giottesche della Cappella degli Scrovegni.
Tornando a Miss Italia, tutto prende il via da un’altra kermesse, il Meeting di Rimini. Qui il consorzio ha proposto dal 24 al 30 agosto una mostra con testimonianze dalle carceri di tutto il mondo dal titolo “Libertà va cercando ch’è si cara – Vigilando redimere”. Al termine del percorso espositivo, alcuni detenuti in permesso speciale offrivano assaggi di panettone appena estratto dal forno al pubblico presente. Tra le decine di migliaia di visitatori che hanno apprezzato i manicaretti, anche il Vicesindaco di Salsomaggiore, Massimo Cavalli: dall’assaggio alla proposta il passo è stato breve.
E così i maestri pasticceri della cooperativa si preparano a servire sabato prossimo i dolci “galeotti”. Sui tavoli del buffet ci saranno tre tipi di biscotti secchi, i padovani “zaleti” a base di farina di mais, i cantucci toscani e le “bolle di neve”, un’esclusiva della pasticceria padovana con una pasta di mandorle per cui Paolini ha sprecato più di un superlativo. Per gli appetiti più robusti, la “fugassa venexiana”, un dolce dalla pasta simile a quella della colomba, che richiede una lunga lievitazione. Coroneranno il tutto alcune focacce giganti da esposizione.
«Le tecniche sono artigianali e le materie impiegate di prima qualità», commenta Luca Passarin, responsabile della produzione de “I dolci di Giotto”. «Anche l’arte pasticcera può essere veicolo di reinserimento sociale delle persone in stato di disagio, quando un prodotto di qualità contiene un gesto di semplice solidarietà». Con un piccolo desiderio finale. «Ci piace pensare alla nuova Miss Italia che, anche per riprendersi dalle fatiche della settimana, si gusta i nostri dolci. Li abbiamo realizzati con materie prime semplici e senza conservanti, sarebbe uno bello spot contro l’anoressia e a favore della dieta mediterranea, in cui una volta ogni tanto un dolcetto ci può stare…»