Inflazione: 8 miliardi in più per riempire il carrello
Con un aumento tendenziale del 12,2 per il pane e del 25,6 per cento per la pasta si allarga - denuncia la Coldiretti - la forbice tra prezzi al consumo e quelli alla produzione con il grano duro (utilizzato per la pasta) che è oggi quotato attorno ai 30 euro al quintale con un calo del 40 per cento rispetto all’inizio dell’anno mentre il grano tenero (utilizzato per il pane) oscilla attorno ai 20 euro al quintale con una riduzione del 35 per cento. E piu’ in generale - precisa la Coldiretti - mentre i prezzi agricoli alla produzione ad agosto sono in calo del 2,9 per cento in termini congiunturali, quelli degli alimentari al consumo crescono dello 0,2 per cento nello stesso periodo.
Per l’acquisto di pane, pasta e derivati dei cereali, che hanno evidenziano il più elevato tasso di aumento dei prezzi verranno spesi dalle famiglie - sottolinea la Coldiretti - 3,4 miliardi in piu’, 1,5 miliardi per latte, formaggi e uova mentre “solo” un miliardo per la carne. A fronte della maggiore spesa rimangono invariate le quantità acquistate anche se si sono verificate variazioni nella composizione della spesa con piu’ pollo e meno bistecche: si sono ridotti i consumi di pane (- 2,5 per cento), carne bovina (- 3,0 per cento) frutta (- 2,6 per cento) e ortaggi (- 0,8 per cento), tornano a salire quelli di pasta (+ 1,4 per cento), latte e derivati (+1,4 per cento) e fa segnare un vero boom la carne di pollo (+6,6 per cento), secondo i dati Ismea Ac Nielsen relativi al primo semestre del 2008.
L’incremento medio di spesa alimentare per il 2008 per famiglia è - riferisce la Coldiretti - di 332 euro annuali anche se i maggiori rincari si fanno sentire per le famiglie numerose con 3 o piu’ figli che arriveranno a spendere 476 euro in piu’ all’anno. I soldi in piu’ spesi dagli italiani finiranno per finanziare soprattutto - precisa la Coldiretti - la logistica e la distribuzione commerciale. Per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all'industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori che devono affrontare i costi crescenti delle materie prime e dell’energia.
Si tratta della dimostrazione evidente dell’esistenza di distorsioni nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola in una situazione in cui il prezzo del latte alla stalla è fermo sui 41 centesimi al litro e - sottolinea la Coldiretti - il prezzo del grano dall'inizio dell'anno è calato di oltre un terzo. La forte oscillazione del prezzo del grano, oltre a non avere alcun effetto sui prezzi al consumo di pane e pasta, sta mettendo in difficoltà gli agricoltori italiani e il futuro delle coltivazioni Made in Italy con l’aumento della dipendenza dall’estero, afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare il drammatico aumento dei costi di coltivazione con i concimi necessari per fertilizzare i terreni aumentanti del 52 per cento a luglio rispetto allo scorso anno.
A favorire la crescita dei prezzi nell'agroalimentare - continua la Coldiretti - sono soprattutto le distorsioni e i troppi passaggi esistenti nel percorso dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi moltiplicano e i centesimi si trasformano in euro. Il prezzo del latte moltiplica del 241 per cento nel suo percorso dalla stalla allo scaffale mentre il grano subisce aumenti del 369 per cento nel diventare pasta e addirittura del 1.300 per cento se si trasforma in pane, secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del servizio Sms consumatori del Ministero delle Politiche Agricole. La Coldiretti sta lavorando ad una strategia per semplificare e razionalizzare la filiera per rispondere alle esigenze degli agricoltori e nell'interesse dei consumatori. Un piano che vede il coinvolgimento, oltre che delle imprese agricole, del sistema dei consorzi agrari, di CoopColdiretti e del sistema dei farmers market.
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