Addizionale provinciale sull’energia elettrica
Per la Confartigianato del Veneto, la questione va riconsiderata in un’ottica federalista. “Non abbiamo i dati aggiornati delle entrate al 2007, ma certamente siamo rimasti tra le prime regioni per questo prelievo dannoso per le aziende –commenta il presidente regionale della Confartigianato, Claudio Miotto- Nel 2006 eravamo superati soltanto dalla Lombardia, purtroppo venivamo prima di Piemonte ed Emilia Romagna. Pensiamo che la situazione non sia mutata, anche in considerazione del fatto che sei delle sette province venete, quale che sia il loro “colore” politico, applicano l’aliquota massima. Unica lodevole eccezione, la Provincia di Padova, che continua ad applicare l’aliquota minima”.
L’addizionale sull’energia elettrica viene applicata soltanto ai consumi fino a 200.000 KWh al mese; in pratica è pagata soltanto dalle piccole aziende. In teoria, l’aliquota può andare da un minimo di 9,30 euro per mille KWh ad un massimo di 11,40. Padova esclusa, e Verona che applica un valore intermedio di 10,33, le altre cinque province sono tutte sopra gli 11,30 euro.
“In astratto, non siamo contrari a questo prelievo, perché si tratta di una tassa prelevata nel territorio e che resta in quel territorio –commenta Miotto- Ma l’articolazione va profondamente rivista. Innanzitutto, questo prelievo grava solo sulle piccole aziende, sono esclusi i privati e le aziende di maggiori dimensioni, che consumano più energia. Inoltre, è evidente che questo prelievo attualmente è un simbolo dell’attuale schizofrenia fiscale, che finora ha colpito nel mucchio, senza una visione complessiva. Visione complessiva che, adesso che la questione federalista entra nel vivo, dovrà essere oggetto della massima attenzione. Infine, un problema di fondo, che riguarda la gestione degli enti locali: sempre di più, a mantenerli non è Pantalone, ma la comunità locale tramite i suoi contributi. Dovrebbero essere estremamente attenti sul versante della spesa, con l’obiettivo di arrivare all’ aliquota minima di prelievo. Ma sembra che la logica sia diversa: io spendo, tu paghi. Occorre un cambiamento culturale, ancor prima che normativo”.
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