Le maggiori banche centrali del mondo Bce, Fed e BoE, con un’azione coordinata per dare sollievo alla crisi dei mercati, hanno tagliato il costo del denaro nei rispettivi paesi di 50 punti base portando così il tasso di interesse nell’area euro a 3,75%, quello americano all’1,5% e quello inglese al 4,5%.

In questo scenario ci ha pensato l’FMI a creare ancora più tensione, il Fondo Monetario Internazionale nel World Economic Outlook ha detto che si tratta per l’economia mondiale della crisi più grave dal 1930.

Nell’ultima seduta di Milano si registra pesante il nuovo scivolone di Unicredit (-12,5%), su cui si agitano spettri a volte senza nessuna conferma. Come è accaduto, l’ad del colosso bancario, Profumo, ha dovuto smentire dei servizi televisivi che parlavano di una stretta sui salari dei dipendenti.

Positiva anche se tardiva la scelta di abbassare i tassi di interesse di mezzo punto; fra i 20 e i 30 miliardi di euro il fondo che il governo metterebbe a disposizione del sistema creditizio per fronteggiare la crisi finanziaria.

Mi auguro che la Banca d’Italia e la Consob vigilino affinché i tassi dei mutui ed i prestiti alle famiglie e alle imprese si riducano dello stesso importo.

Il Presidente

Carlo Garofolini

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