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UE: l’Europa protegge dai falsi il radicchio di Chioggia Igp

20/10/2008
Arriva la tutela comunitaria definitiva per il Radicchio di Chioggia a Indicazione Geografica protetta che andrà ad aggiungersi alle 173 specialità alimentari italiane che hanno già avuto il riconoscimento dell'Unione Europea su un totale comunitario di circa 800. E' quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee L.277/30 l’iscrizione nell'Albo delle denominazioni di origine dell'Unione Europea. Diverranno così tre i radicchi italiani, tutti coltivati in Veneto, difesi nei confronti delle imitazioni, avendo già ottenuto la registrazione europea il Radicchio Rosso di Treviso Igp e il Radicchio Variegato di Castelfranco Igp. Il 'Radicchio di Chioggia ha proprieta' diuretiche e digestive e a differenza di quello di Treviso ha una forma rotonda, che richiama quella di una rosa che gli è valso l'appellativo di “rosa di Chioggia”. In dialetto chioggiotto viene invece chiamato ''radicio de Ciosa''. Il Radicchio di Chioggia - spiega la Coldiretti - è una pianta con lamine fogliari rotondeggianti, strettamente embricate tra loro che formano un grumolo di forma sferica; tali foglie hanno colore rosso più o meno intenso con nervature centrali bianche. Le colture destinate alla produzione del Radicchio di Chioggia nelle due tipologie “precoce” e "tardiva", devono essere costituite da piante della famiglia delle Asteraceae – genere Cichorium – specie intybus – varietà silvestre. La zona di produzione del “Radicchio di Chioggia”, tipologia "tardivo", ricade nell’ambito di alcuni comuni delle province di Venezia, Padova e Rovigo mentre quello "precoce", viene prodotto all'interno dei comuni litoranei di Chioggia (VE) e Rosolina (RO) dove le particolari condizioni pedoclimatiche consentono di esaltare le peculiari caratteristiche della tipologia precoce. Riferimenti alla sua coltivazione si riscontrano già sul quaderno mensile dell’Istituto Federale di Credito per il Risorgimento delle Venezie, del marzo 1923, dove il Radicchio era stato inserito nella rotazione agraria insieme ad altri ortaggi. Ulteriore conferma è data dal “Cenni di economia orticola” di Pagani-Gallimberti dove viene indicata la tecnica colturale del radicchio ottenuto negli orti lagunari. In uno studio del 1935, gli “Orti sperimentali di Chioggia”, si riscontrano ricerche sulle nuove varietà di ortaggi e cicorie con particolare riferimento al radicchio. Successivamente – conclude la Coldiretti - l’inserimento del radicchio nella normale rotazione agraria è documentato dall’ “Orticoltura litoranea e lagunare nella zona di Chioggia”.

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