Aumenta il divario tra i ricchi ed i poveri
Lo studio ha esaminato il tasso di disuguaglianza utilizzando il coefficiente di Gini, che misura le differenze di reddito con un numero tra 0 e 1 (dove 0 rappresenta l’uguaglianza perfetta e 1 l’ineguaglianza perfetta). E’ stato riscontrato un pericoloso aumento medio del divario, lievitato a un tasso oscillante tra il 7 e il 30 per cento nell’ultimo ventennio.
”La disuguaglianza di reddito - si legge nel rapporto - è cresciuta significativamente dal 2000 in Canada, Germania, Norvegia, Stati Uniti, Italia e Finlandia, mentre è diminuita in Gran Bretagna, Messico, Grecia ed Australia”. La disparità è aumentata in due terzi dei paesi che fanno parte dell’organizzazione, spiega l’Ocse, e questo è avvenuto “perché le famiglie ricche hanno raggiunto risultati particolarmente positivi rispetto alla classe media e alle famiglie che si trovano ai livelli più bassi della scala sociale”.
Sorprendentemente, l’Italia è uno dei tre soli paesi Ocse che ha aumentato la spesa in prestazioni rivolte ai poveri negli ultimi dieci anni. In positivo, l’Ocse riconosce anche la diminuzione del tasso di povertà ottenuta tra la metà degli anni novanta e il 2005.
Ma i dati nudi e crudi restano allarmanti: il reddito medio del 10 per cento degli Italiani più poveri è circa 5000 dollari, tenuto conto della parità del potere di acquisto, quindi sotto la media Ocse di 7000 dollari. Il reddito medio del 10 per cento più ricco è circa 55000 dollari, sopra la media Ocse. «I ricchi hanno beneficiato di più della crescita economica rispetto ai poveri ed alla classe media».
Il Presidente
Carlo Garofolini
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