Famiglie sempre più povere
Pesano soprattutto le azioni, il cui valore nel portafoglio delle famiglie risulta in caduta libera: in un anno il calo delle consistenze è stato di oltre 305 miliardi di euro; in soli tre mesi la perdite, sempre per le azioni detenute dalle famiglie, sono state di 55 miliardi.
La minore ricchezza è determinata in larga parte dal calo del valore delle azioni in portafoglio e dalle quote nei fondi comuni.
Per le famiglie aumentano le passività soprattutto per la maggiore incidenza dei prestiti a lungo termine. Infatti, dopo la lieve inversione di tendenza che si era verificata nel primo trimestre dell’anno, nel periodo marzo-giugno 2008 le passività sono tornate a crescere attestandosi a quota 643,8 miliardi di euro. L’incremento è di poco superiore ai 2 miliardi di euro ma l’indebitamento delle famiglie torna e supera i livelli di fine 2007, quando era a quota 643,421 miliardi di euro.
Per quanto riguarda i prestiti, l’incremento, trimestre su trimestre, è sia per i prestiti a breve termine, passati dai 55,6 miliardi di euro di gennaio-marzo 2008 a 56 miliardi di euro di aprile-giugno, che per quelli a medio-lungo termine (da 467,4 miliardi a 468,4 miliardi).
I titoli a medio e lungo termine sembrano invece rappresentare il rifugio di tutte le famiglie scotatte dalla crisi: il valore di questa voce nel secondo trimestre era di 741,8 miliardi di euro, quasi 21 miliardi di euro in più rispetto al trimestre precedente, e oltre 68 miliardi di euro in più rispetto al secondo trimestre del 2007. Un po’ in calo invece i Bot e complessivamente i titoli a breve termine.
Crollano anche i fondi comuni. Nel secondo trimestre, gli investimenti erano a quota 206 miliardi di euro, contro i 221 miliardi di euro conteggiati nel primo trimestre e gli oltre 290 miliardi di euro calcolati solo un anno fa.
Giù pure il comparto delle assicurazioni che ha raccolto, secondo i dati aprile-giugno 2008, 596 miliardi di euro contro i 604 miliardi di euro in portafoglio solo tre mesi prima.
In lieve crescita infine la liquidità: tra biglietti, monete e depositi a vista le famiglie italiane avevano a fine giugno 614 miliardi di euro, contro i 600 miliardi di euro di fine marzo.
Il Presidente
Carlo Garofolini
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