Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Presentato il rapporto Arpav 2005 – 2007

11/11/2008
"Produzione e gestione dei rifiuti nel Veneto anni 2005-2006-2007" è il titolo del volume elaborato dall’ Osservatorio Regionale Rifiuti di ARPAV e relativo ai dati sulla produzione e gestione dei rifiuti nella regione. Per la prima volta, a livello regionale, si è riusciti ad affrontare in modo sistematico e in un unico volume il problema rifiuti nella sua interezza e complessità, offrendo un quadro esaustivo sia dei rifiuti urbani, sia dei rifiuti speciali prodotti nelle diverse attività produttive. Secondo i dati dello studio, presentati a Palazzo Balbi dall’Assessore all’Ambiente della Regione del Veneto, Giancarlo Conta, risulta che la produzione di Rifiuti urbani, a fronte di un aumento complessivo dello 0,6%, passato dalle 2.277.258 tonnellate del 2005 alle 2.372.720 del 2007, dovuto sia all’aumento demografico sia all’aumento delle presenze turistiche, la produzione pro capite è diminuita dello 0,5%, attestandosi a 493Kg/ab. In particolare si evince che è cresciuto il recupero/riciclo delle frazioni secche, mentre sono diminuiti i quantitativi smaltiti direttamente in discarica (-22%).

Contemporaneamente sono aumentati quelli avviati a termovalorizzazione e quelli trattati in impianti di produzione di CDR, di separazione/biostabilizzazione e di recupero di materia dal rifiuto urbano residuo. Lo scenario previsto per il 2010 prevede, tuttavia, l’avvio a recupero energetico di tutta la frazione residuale a valle delle raccolte differenziate e lo smaltimento in discarica dei soli scarti di trattamento. Per quanto riguarda la raccolta differenziata il Veneto conferma il suo primato, arrivando al 51% con un aumento del 4,7% , ben oltre l’obiettivo del 45% fissato dalla normativa nazionale per il 31 dicembre 2008. Da segnalare che in questa classifica “virtuosa”, Treviso risulta essere la prima con il 66,5% di raccolta differenziata, segue Padova (56,2%), Rovigo (55,3%), Vicenza (54,5%), mentre Belluno (44,6%) e Verona (47,4%) si attestano al di sotto del 50%, che rappresenta l’obiettivo previsto dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani. Per quanto riguarda Venezia (38,1%) non raggiunge l’obiettivo del 40% previsto dalla normativa nazionale, attribuibile alle peculiarità della città lagunare e alla conseguente maggiore difficoltà nel recupero. Nel suo intervento l’Assessore Conta ha sottolineato che è intenzione della Regione arrivare alla dismissione delle attuali discariche, per sostituirle con forme alternative di smaltimento dei rifiuti. L’Assessore ha poi aggiunto che la Regione intende consolidare i già ottimi risultati conseguiti dal Veneto nel campo della gestione dei rifiuti urbani ed i particolare nell’ambito della raccolta differenziata, arrivando entro il 31 dicembre del 2112 al 65% . La produzione di Rifiuti speciali è stata nel 2006 di 14.147.000 tonnellate complessive, di cui 7.806.000 tonnellate di rifiuti non pericolosi, 811.075 tonnellate di rifiuti pericolosi e 5.530.000 di rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi. Di questi, oltre il 70% è stato recuperato, con il 41% di sostanze inorganiche, 21% di sostanze organiche 15% di metalli. Le principali operazioni di trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali sono state il deposito in discarica (43%), il trattamento biologico (27%) e il trattamento chimico/fisico (20%“). “E’ nostra convinzione – ha concluso Conta - che il rifiuto rappresenti una risorsa e che in questo senso dev’essere sfruttato per produrre energie alternative. Purtroppo in questo campo troviamo molte difficoltà, soprattutto da parte di chi utilizza facili strumentalizzazioni per dire sempre e comunque no a qualsiasi soluzione, anche quando questa ci consentirebbe di uscire da un trand negativo, che rende l’Italia energeticamente dipendente da altri paesi. Premettendo che un prerequisito assoluto ed essenziale dev’essere la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente, non vorrei che anche per i termovalorizzatori si ripetesse quanto accaduto per il nucleare. Per quel rifiuto – ha concluso Conta – oggi noi compriamo energia prodotta da impianti nucleari di paesi confinanti o vicini. Sembra una beffa, ma se in uno di questi 153 impianti, malauguratamente, dovesse succedere qualcosa, ne pagheremmo comunque le conseguenze, senza averne avuto alcun beneficio”.

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