Terre d’Arcole - la storia, i luoghi, le vigne, i vini
Il volume, 300 pagine a quattro colori, su carta lucida e copertina rigida, viene presentato a dieci anni esatti dall’ottenimento della Doc, una scelta non casuale che vuole sottolineare il progresso raggiunto dal mondo della produzione in questo decennio produttivo. Il lavoro infatti giunge in un momento particolare della denominazione, a sottolineare il costante impegno perseguito sul fronte della ricerca ad opera del Consorzio di Tutela, attraverso il lungo ed impegnativo progetto di zonazione viticola, passaggio obbligato per raggiungere il miglioramento qualitativo delle produzioni della denominazione dell’Arcole. Un’opera importante, realizzata a più mani da professionisti del settore che hanno dato contributi di natura tecnica, storica e scientifica ad un lavoro editoriale dedicato a quella che da più parte viene definita “viticoltura da competizione”.
Forte plauso dalla Regione Veneto ed in particolare da parte di Franco Manzato, Vice Governatore del Veneto ed Assessore Regionale all’Agricoltura, che ha sottolineato in merito alla pubblicazione come ci siano «...due fattori che danno al vino un vero valore reale, che va al di là di fenomeni speculativi e di immagine: il territorio e i produttori–vinificatori. E quando parlo di valore intendo dire redditività per le aziende produttrici e soddisfazione del cliente nel rapporto qualità–prezzo, elemento basilare per garantire il successo di ogni produzione. La giovane DOC Arcole ha dimostrato in questo di avere le carte in regola per dare valore al proprio vino, guadagnandosi sul campo i galloni della piacevolezza e della convenienza, grazie alla particolarità del territorio e alla volontà del sistema produttivo, nel quale è forte la cooperazione. Oggi questa DOC ha parecchio da dire in fatto di monovitigni e molto da rivendicare nel segmento dei vini bordolesi, dove anche smaliziati estimatori potrebbero avere delle autentiche sorprese se privilegiassero il contenuto della bottiglia rispetto all’etichetta e al nome. Per intenderci, se nella battaglia di Arcole oltre due secoli fa ci fu una vittoria francese, oggi nell’Arcole DOC siamo in grado di proporre qualcosa che può presentarsi a testa alta di fronte a vini d’oltralpe ottenuti con analoghi vitigni».
La DOC Arcole conta al suo interno oltre 3500 ettari di vigneto, 1500 aziende viticole, 21 amministrazioni comunali interessate e costituisce una delle zone tra le più particolari per delineare obbiettivi produttivi interessanti nell’ambito delle produzioni venete. «Un territorio di competenza molto ampio – sottolinea Carlo Bressan, Presidente del Consorzio di Tutela dell’Acrole Doc - con aziende e produttori coesi che da subito hanno dato credito a tutta una serie di attività tese alla valorizzazione territoriale e al miglioramento delle loro produzioni, alla ricerca di una propria e ben definita identità produttiva. Un obbiettivo oggi raggiunto dopo il progetto di zonazione viticola, realizzato dal Consorzio di Tutela dell’Arcole, in collaborazione con Veneto Agricoltura. Un lavoro certosino, messo a punto da una squadra di esperti, sulla base di dettagliati e precisi studi scientifici, un passo importante che ha dimostrato la valenza intrinseca dell’area e che ha individuato alcuni vitigni in grado di dare ottimi risultati».
Dopo questi primi dieci anni, la denominazione l’Arcole DOC ha oggi una sua identità ben definita, con etichette che sono gradualmente in grado di conquistarsi quegli spazi all’interno dei mercati che un tempo potevano essere ad essa preclusi. Il passo successivo resta ora quello di rivolgersi proprio ai mercati in maniera strategica, mettendo in pratica strategie commerciali condivise, atte ad affermare e far conoscere l’Arcole ai consumatori.
«I dati relativi alle potenzialità espressive di Merlot e Cabernet, vitigni ormai storici di quest’area – ha evidenziato Corrado Callegari, Amministratore Unico di Veneto Agricoltura - hanno permesso di valorizzare ancor più la loro espressione con un leggero appassimento proponendo quindi un vino veronese unico quale è oggi il Nero d’Arcole. La ricerca ha inoltre messo in forte evidenza come questa sia un’area dove la variabilità espressiva di ogni singola zona è determinata anche da differenti andamenti climatici. Questo risultato sottolinea con forza quanto sia importante il ruolo della ricerca e della conoscenza scientifica con il trasferimento delle informazioni alle produzioni. L’impiego delle istituzioni e del consorzio deve quindi continuare in questa direzione per consentire all’Arcole DOC e di crescere in questo percorso virtuoso di valore e qualità».
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