Allarme per i recenti indirizzi della Commissione Europea
Confagricoltura Vicenza, nel ricordare che la maggiore qualità igienico-sanitaria della produzione italiana esclude simili interventi, evidenzia anche gravi preoccupazioni per la futura competitività degli allevamenti avicoli berici.
Gli Stati membri dell'Unione Europea hanno inoltre approvato (con il voto contrario dell’Italia) le proposte della Commissione che, a partire dal 1 luglio 2009, abrogano le norme specifiche di commercializzazione di 26 tipi di frutta ed ortaggi; si rinuncerà così a regole che (attraverso la definizione di calibro, peso, numero dei frutti, uniformità) hanno garantito prodotti organoletticamente apprezzabili, di cui è certa l’origine e con un prezzo determinato in funzione delle varie categorie di qualità.
Per Paolo Sordo, direttore di Confagricoltura Vicenza, “l’abbassamento della tutela sulla qualità dei prodotti alimentari di diretta provenienza agricola, cioè senza il processo di trasformazione, vanificherà gli sforzi delle aziende agricole vicentine per garantire i cittadini comunitari, nella gran parte dei casi, non venendo neppure riconosciuti dal mercato. Diventa improrogabile, perciò, che i rappresentanti politici italiani prevedano di costruire una vera politica nazionale di valorizzazione delle produzioni, evitando separatismi o ideologismi, senza la quale l’agricoltura marchiata made in Italy rischia un rapido declino in ambito comunitario”.