La crisi idrica investe anche la provincia di Venezia
Gianni Martin, presidente del Consorzio di Bonifica Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento, spiega: “la scarsità idrica dei corsi d’acqua del nostro bacino sta segnando danni evidenti su tutti i seminativi, dal mais al-la soia seminata a fine maggio. Anche i medicai sono in sofferenza, mentre per il momento non sono segnala-te ripercussioni nei vigneti. Il basso livello dei fiumi alla foce provoca la risalita del cuneo salino, fenomeno par-ticolarmente evidente nell’ultimo tratto del Tagliamento”.
Fortemente preoccupato per questa prolungata assenza di pioggia è anche Ennio Cerchier, presidente del Consorzio di Bonifica del Basso Piave, che segnala la forte magra del fiume, anch’esso interessato alla foce dalla risalita dell’acqua di mare: “Per il momento - dice Cerchier - riusciamo ancora a garantire l’irrigazione di soccorso attingendo acqua dal Livenza”.
Nella parte centrale della provincia parte dell’acqua viene pescata dalle risorgive. “Con una gestione oculata e parsimoniosa - dice Francesco Rubinato, vicepresidente del consorzio Sinistra Medio Brenta - riusciamo an-cora a rispondere alle esigenze dell’irrigazione di soccorso, ma se le condizioni meteo ben presto anche qui le condizioni diverranno critiche”. Più preoccupato è Paolo Dalla Vecchia, presidente del bacino di bonifica del Dese Sile: “abbiamo un sistema di paratoie che ci sta difendendo dalla risalita del cuneo salino, ma l’acqua dei collettori è a livelli bassissimi dato che le risorgive che li alimentano sono in fase di esaurimento, mentre la fal-da è in progressivo abbassamento”.
La risalita del cuneo salino è un fenomeno denunciato ormai da anni nella parte meridionale della provincia, dove, tra l’altro, sono stati spesso denunciati anche affioramenti di salsedine attraverso la falda freatica, segno che la penetrazione è avvenuta in profondità. L’irrigazione di soccorso prelevando meccanicamente l’acqua dalle canalette o dai pozzi artesiani costituisce un costo aggiuntivo che mettere in crisi l’economicità delle col-ture e mina la stabilità dei bilanci aziendali.
“Se non piove entro una settimana - è l’allarme di Gianluca Lelli, direttore di Coldiretti Venezia - piomberemo nella stessa situazione che ha assetato le campagne nel 2003, quando ingentissimi sono stati i danni subiti dalle nostre aziende. Danni da allora non ancora rimborsati - denuncia Lelli - nonostante che la Regione abbia accolto domande d’indennizzo per oltre 8 milioni di euro. Sono quasi 1300 le aziende interessate nel territorio provinciale, senza contare qualche altro centinaio le cui istanze sono state troppo frettolosamente respinte e per le quali abbiamo sostenuto la richiesta di riesame. Prima che si aggiunga calamità a calamità - conclude il direttore di Coldiretti Venezia - chiediamo alla Regione Veneto di pagare quanto da anni spetta per legge alle imprese danneggiate, evitando magari di buttare soldi in altri provvedimenti frettolosamente imbastiti”. Il riferi-mento al recente bando sulla consulenza aziendale - la cosiddetta misura Y del piano di sviluppo rurale voluta dall’assessore Zaia - è chiaro.
Ufficio Stampa Coldiretti Venezia
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