La Pelle
In scena, oltre a Baliani, Elisa Cuppini, Marion D’Amburgo (che ha firmato anche scene e costumi), Alessandra Fazzino, Maria Maglietta, Simone Martini, Guido Primicille Carafa, Orlando Cinque, Giuseppe Sangiorgi, Caterina Simonelli. Le musiche originali sono affidate al figlio del regista, Mirto Baliani: una collaborazione che prosegue dopo la pubblicazione del volume per bambini "Il signor Ventriglia" e l'esperienza del "Pinocchio Nero" con i ragazzi di strada di Nairobi (in collaborazione con Amref).
"LA PELLE" fu scritto dall'allora giornalista Curzio Malaparte durante gli ultimi mesi di guerra, dopo lo sbarco americano a Napoli, dove fu ufficiale di collegamento con il comando alleato. L'autore si confronta con una città profondamente prostrata, che descrive con uno stile vivido, dirompente e visionario: il libro, pubblicato poi nel 1949, venne messo all'Indice dalla Chiesa Cattolica. Marco Baliani, uno dei maggiori esponenti del teatro di narrazione italiano, così commenta l'opera: "La Seconda Guerra Mondiale ha lasciato al suo passaggio un immenso deposito di rovine. In quegli anni è accaduto, nel pieno della nostra Europa, della nostra cultura, che milioni di esseri umani siano stati ridotti a oggetti, a cose, privati di identità e di anima. La pelle racconta questo passaggio, scegliendo la città di Napoli per il suo affresco: lì il ventre è più scoperchiato, il trucco non c’è più, il teatro è ormai a cielo aperto".
Ma il lavoro teatrale che ne risulta non è sulla Napoli del dopoguerra; continua infatti Baliani: "La nottata non passerà più, non è mai passata. LA PELLE è uno spettacolo sul nostro mondo, sul nostro oggi". Sul palco si susseguono una serie di scene nelle quali domina la visceralità fisica, caratteristica comune a tutti i personaggi. Una sorta di discesa agli inferi dove la miseria umana viene descritta senza veri e propri protagonisti, quanto piuttosto attraverso la coralità: i singoli drammi personali determinano il quadro d'insieme.
Lo spettacolo non vuole essere un tributo a Curzio Malaparte, ma un rilancio del messaggio contenuto nel romanzo: "Mettere il dito dove non si dovrebbe, toccare la sostanza nascosta delle cose, il dentro, l’oscura materia che oscenamente riempie l’involucro. Non siamo solo dei corpi composti di carne, ma anche delle anime fatte di sentimenti ed emozioni. Eppure noi umani dedichiamo tutte le nostre energie per cercare di salvare l’involucro, la pelle, appunto". Una metafora che trasforma la pelle-involucro in contenitore sociale: "Questo non riguarda solo noi individui ma anche il nostro gruppo, le nostre tribù, la nostra appartenenza ad un corpo più grande, la città, il Paese, a volte la patria. Ma quando il corpo sociale precipita, si apre il baratro. La crosta sottile, quella pelle che noi chiamiamo civiltà, rivela di colpo tutta l’oscurità ancestrale e viscerale che dall’inizio dei tempi pulsa là sotto e che quel fragile prezioso involucro teneva strenuamente sotto controllo. La pelle di Malaparte penso parli soprattutto di questo".
I biglietti (18 euro interi, 15 ridotti) sono in vendita on line sul sito www.vivaticket.it, al Teatro Aurora dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17 (da martedì a venerdì), e al Teatro Toniolo ore 11-12.30 e 17-19.30 (chiuso il lunedì); la sera dello spettacolo saranno acquistabili, inoltre, dalle ore 20 al Teatro Toniolo. Giovani a Teatro euro 2,50.
La Stagione di Teatro Contemporaneo 2008/2009 del Teatro Aurora di Marghera è organizzata dal Comune di Venezia, Attività e Produzioni Culturali, dello Spettacolo e Sistema Bibliotecario, Area delle Produzioni Culturali e dello Spettacolo, in collaborazione con l´Associazione Questa Nave e la Municipalità di Marghera, con il contributo della Provincia di Venezia.
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