Tancredi e Clorinda
In quella mostra e nel catalogo generale dell'artista curato dal direttore dei Civici Musei di Pordenone Gilberto Ganzer e da Vania Gransinigh, l'opera non comparve. Il catalogo ne riporta la scheda, anche perché si tratta di uno dei capisaldi dell'artista, ma la dichiara nota "solo attraverso fotografie d'epoca". Per colmare il "buco" venivano proposti un bozzetto ed un disegno preparatorio del capolavoro disperso. In realtà "Tancredi visita la salma di Clorinda" era in una collezione privata dalla quale esce, per la prima volta, per questa preziosa mostra padovana.
L'olio ha un pedigree di tutto rispetto. Venne infatti commissionato da Leone Hierschel al Grigoletti per essere esposto nel 1840 alla mostra organizzata quell'anno dalla Società Triestina di Belle Arti ma fu ultimato solo nel 1843 a causa della malattia agli occhi di cui soffriva l'artista. Vi è raccontato uno degli episodi cruciali della Gerusalemme liberata del Tasso, la vicenda del duello tra Tancredi, eroe cristiano, e Clorinda, la guerriera musulmana di cui egli è segretamente innamorato. Clorinda indossa una armatura diversa dall'usuale e Tancredi, non riconoscendola, la ferisce a morte. Privata dell'elmo che ne celava il volto, Tancredi riconosce l'amata che, in punto di morte, chiede di essere convertita alla fede cristiana. La tela fissa Tancredi sconvolto dal dolore alla vista della salma di Clorinda.
Il capolavoro finalmente esposto è messo a confronto con una selezionatissima sequenza di altri dipinti di Grigoletti e con opere, anch'esse molto selezionate, di artisti di ambito veneto o friulano che con Grigoletti ebbero rapporti o che riflettono il medesimo momento formativo (perché allievi o insegnati dell'Accademia di Venezia) o artistico. Sono opere dei bellunesi Giovanni De Min e Pietro Paoletti, dei friulani Odorico Politi e Antonio Dugoni, dei chioggiotti Felice e Natale Schiavoni, del trevigiano Pompeo Marino Molmenti, del veneziano Giulio Carlini.
"Casto nel disegno, compositor giudizioso, colorito robusto e nobile figlio della scuola veneta" è il giudizio che Francesco Zanotto, suo coetaneo, da sul Grigoletti.
"La personalità di Grigoletti (1801 - 1870) deve essere inquadrata - afferma Gilberto Ganzer - nel conteso culturale e figurativo veneto dell'Ottocento, nell'epoca di passaggio tra il Romanticismo e il Neoclassicismo".
"Dalla natia Roraigrande di Pordenone Grigoletti giunse tra le lagune nel 1820 per frequentarvi le aule accademiche, ma finì col fissarvi la propria residenza, divenendo titolare di un insegnamento presso la stessa istituzione che ne aveva sancito la formazione artistica.
Il pittore deve la sua fama soprattutto ai ritratti "vivi e parlanti" in cui seppe infondere il meglio della sua vena creativa e ai quali deve una fortuna critica che dalla mostra del Ritratto veneziano dell'Ottocento, organizzata a Venezia da Nino Barbantini nel 1923, lo ha accompagnato sino ai giorni nostri. Ma ebbe esiti importantissimi anche come autore di pale d'altare e soprattutto di dipinti a soggetto storico-letterario, tra i quali "Tancredi e Clorinda" è uno dei capolavori assoluti".
Michelangelo Grigoletti. "Tancredi e Clorinda". Padova, Galleria Nuova Arcadia (via S. Martino e Solferino, 10/12), 5 dicembre 2008 - 22 febbraio 2009 (mostra chiusa le domeniche ed i festivi e dal 22 dicembre al 12 gennaio). A cura di Luciano Franchi. Orario: 10 /12,30 e 16/19,30; ingresso libero.
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