Confagricoltura su allarme diossina
Il presidente Vecchioni ricorda che l’Italia è l’unico Paese in Europa a pretendere l'obbligo per gli importatori di segnalare agli uffici territoriali del Servizi Veterinari i prodotti in entrata in modo da poterli con tempestività sottoporli alle necessarie verifiche ed analisi.
Confagricoltura ricorda come per la carne bovina sia possibile per il consumatore individuare in etichetta fin dal primo gennaio 2002 se il prodotto in offerta è stato ottenuto da un bovino nato, cresciuto e allevato in Italia o se viceversa si tratta di carne d’importazione; per la carne suina l’andamento delle importazioni dall’Irlanda pressoché nullo - essendo pari a non più dello 0,4% – ed i rigidissimi controlli a cui gli allevamenti italiani – al pari di quelli bovini - sono costantemente sottoposti assicurano la possibilità d’acquistare prodotti non solo sanitariamente ineccepibili ma anche di qualità superiore.
“Siamo preoccupati per l’allarme diossina, non perché non ci sia sicurezza sanitaria per i consumatori ma per la sua valenza mediatica; attenzione a non far disaffezionare i consumatori con un allarmismo che è ingiustificato”.
Federico Vecchioni infine sottolinea come buona parte delle carni suine prodotte in Italia siano comunque rese anche riconoscibili dall’inserimento nel circuito dei prodotti controllati e tutelati quali ad esempio quelli contraddistinti dalle denominazione d’origine protetta (DOP) quali le carni fresche del Gran Suino Padano (GSP) ed i più noti prodotti della salumeria tradizionale. “Il prodotto nazionale dà le più assolute garanzie per i controlli sanitari rigorosi. Non guastiamo il Natale ai consumatori ed ai produttori”.