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Veneto: indagine congiunturale artigianato e piccola impresa

11/12/2008
Sono negative le previsioni delle imprese artigiane del Veneto per la prima metà del prossimo anno: caleranno la produzione e la domanda, gli ordini, i fatturati e l’occupazione. Le difficoltà saranno particolarmente accentuate per l’edilizia. Anche i prezzi cresceranno. Ma ripartiranno gli investimenti. E, comunque, la prima metà del prossimo anno non sarà peggiore della seconda metà del 2008.

Queste, in sintesi, le previsioni della 14° indagine congiunturale della Confartigianato del Veneto, elaborata in collaborazione con AES. Per elaborare consuntivi e previsioni economiche l’indagine coinvolge un campione di circa 1000 titolari di piccole imprese della regione, ai quali viene chiesta una valutazione sui seguenti indicatori: produzione, fatturati, ordini, occupazione, prezzi e investimenti.

Per la produzione si prevede, in base alle opinioni degli imprenditori, un calo di 0,9 punti percentuali. Ma il calo della seconda parte del 2008 dovrebbe essere di 1,3 punti, quindi superiore al dato previsionale. In calo anche i fatturati, meno 1,1%; ma meno del secondo semestre 2008, che dovrebbe chiudere con una flessione di 1,4 punti.

Secondo l’indagine di Confartigianato gli ordini diminuiranno dello 0,5% (meno 1,3% nel secondo semestre ’08). Calo quasi costante per l’occupazione: meno 0,6% nel primo semestre ’09, meno 0,7% nel secondo semestre ’08. I prezzi aumenteranno del 3,1%, meno, comunque, del 3,6% previsto per l’ultima parte di quest’anno confermando un processo in atto di deflazione percepito anche dagli imprenditori. Buone, invece, le prospettive per gli investimenti: dal meno 3,6% del secondo semestre ’08 si passa al più 2,0% della prima parte del prossimo anno.

Il settore con le maggiori difficoltà è quello edile: la produzione e la domanda calano dell’ 1,9% nel 2008 e dell’ 1,7% nella prima parte del 2009; i fatturati scendono rispettivamente di 2,2 e 1,9 punti; per l’occupazione i cali sono dell’ 1,1% a fine anno e dell’ 1,3% per il primo semestre ’09. “Va precisato –spiega Claudio Miotto, presidente della Confartigianato del Veneto- che quando il sondaggio è stato effettuato non erano ancora chiare le intenzioni del Governo per quanto riguarda gli sgravi sugli interventi per il risparmio energetico; riteniamo che le previsioni per l’edilizia sarebbero state ben peggiori di quelle, già negative, emerse dall’indagine”.

A ritenere che la produzione e la domanda caleranno nella prima metà del 2009 è il 34% degli imprenditori intervistati; ma la percentuale sale al 50,5% per la seconda metà 2008. Percentuali analoghe per quanto riguarda i fatturati: il 49,8% degli imprenditori vede “nero” per la seconda metà del 2008, “solo” il 35,0% prevede un andamento negativo per la prima metà del 2009.

“In definitiva- conclude Miotto- dopo una fine di 2008 veramente drammatica serve un grande impegno da parte della politica per sostenere questo patrimonio nella fase più difficile: il prossimo anno. Un barlume di positività si coglie e non deve essere assolutamente mortificato. Per questo ci preoccupa la massima incertezza nell’applicazione degli ammortizzatori sociali nell’artigianato veneto ed in generale italiano.

Ricordo che finora l’artigianato veneto ha usufruito della CIGS in deroga negli anni che vanno dal 2005 al 2008 attraverso un finanziamento di 62 mln di €. Peraltro tale ammortizzatore era temporaneo e non definitivo. Finora le imprese artigiane si sono impegnate come sempre nel loro ruolo di “naturale” ammortizzatore sociale sostenendo l’occupazione anche a fronte di minori possibilità di business”.

Un recentissimo decreto legge, n° 185, ha sostanzialmente delineato quella riforma da molto tempo auspicata dal settore artigiano sugli ammortizzatori sociali. Viene posto alla base del nuovo ammortizzatore sociale lo strumento della disoccupazione (DS) per 90 giorni; solo dopo tale termine possono essere usufruiti eventuali strumenti aggiuntivi quali la CIGS in deroga. L’intervento da parte dell’INPS dev’essere accompagnato da una erogazione da parte degli enti bilaterali pari al 20%.

“I problemi applicativi non mancano – spiega Miotto- Risolverli è essenziale per una effettiva partenza del nuovo sistema. In primis la norma prevede l’abrogazione delle regolamentazioni precedenti, però condiziona la partenza del nuovo sistema ad un decreto ministeriale che sarà ovviamente successivo alla conversione in legge, che dovrà avvenire entro fine gennaio. Sappiamo per esperienza che ogni innovazione ha bisogno di tempo e quindi, prima che tutti i soggetti coinvolti (tra questi ricordiamo l’INPS) siano di grado di muoversi efficacemente sulla messa in linea, passerà ulteriore tempo. Insomma paventiamo che per i primi mesi del 2009 ci siano difficoltà applicative non di poco conto. Con il rischio di creare incertezza tra le aziende ed i lavoratori, che non possono più usufruire della Cigs in deroga e non hanno ancora a disposizione il nuovo strumento. Lo stesso decreto presenta alcune anomalie che vanno sanate durante l’iter della conversione. Sarebbe invece indispensabile che proprio nel periodo più difficile della crisi potessimo già comunicare a tutte le aziende artigiane venete, ed ai loro lavoratori come gestire le sospensioni dell’attività lavorativa per mancanza di lavoro”.

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