Siamo un paese costantemente a rischio idrogeologico
11/12/2008
Quanto si sta drammaticamente registrando in queste ore in Italia, ad iniziare dalla Capitale, è l’ennesima conferma di quanto stiamo denunciando da anni: la sicurezza idrogeologica, già precaria in un Paese morfologicamente fragile come l’Italia, è oggi resa tragica dalle conseguenze del progressivo abbandono del territorio e di un’urbanizzazione spesso incontrollata, cui non è corrisposto l’adeguamento della rete di scolo delle acque; il tutto è accentuato dai cambiamenti climatici con caratteristiche piovose nuove per il nostro Paese”: a parlare così è Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni; prosegue: “Sono ormai alcuni anni che, in assenza di gravi eventi alluvionali, non sono stanziate in Legge Finanziaria risorse significative per la difesa del suolo. E’ dal 1998 che segnaliamo, inascoltati, la necessità di un piano straordinario di manutenzione della rete idraulica del Paese; allora venne indicata la necessità di un investimento pari a 1500 milioni di euro. Oggi, a fronte della crescente urbanizzazione la situazione è ancora più grave: se il ritmo di cementificazione del territorio rimanesse inalterato, abbiamo calcolato che, nell’arco di tempo 1990-2016, si sarà persa una Superficie Agricola Utilizzata (quindi idraulicamente gestita) pari al 17,5% del territorio nazionale, vale a dire un’area superiore a quella delle regioni Sicilia e Sardegna. Ormai non è più sufficiente l’adeguamento dell’attuale rete idraulica; è necessario avviare urgentemente il Piano Nazionale degli Invasi, come da tempo chiediamo. Si tratta di piccoli e medi bacini che, posti lungo i principali corsi d’acqua e a monte degli agglomerati urbani, abbinino la funzione di trattenere le acque in eccesso a quella di riserva per i momenti di necessità, con evidenti ricadute anche di carattere ambientale. Un primo piano, redatto dai Consorzi di bonifica, indica esigenze per oltre un miliardo di euro. E’ necessario avviare un processo virtuoso, che ponga la prevenzione al centro dell’azione di tutela del territorio; non è più possibile spendere più per riparare i danni che per prevenirli. Anche perché – conclude Gargano - le vite umane non hanno prezzo.”
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