Fondi integrativi pensionistici in profondo rosso
Nel 2007 il vecchio Tfr, con il suo rendimento assicurato del 3,1% netto aveva superato più di 10 fondi su circa 120. Adesso, nei primi 9 mesi del 2008 basta prendere i soli cosiddetti fondi negoziali (istituiti per specifici settori con accordi tra sindacati e imprenditori) per capire cosa stia accadendo: la performance nei primi nove mesi del 2008 è stata in media negativa per oltre il 3% di svalutazione.
Il bilancio da maggio 2007 a fine settembre 2008 segna un passivo superiore al 6%, con i comparti più dinamici che hanno subito ribassi anche del 15%.
Uno studio dell’Ocse dice che nel periodo gennaio-ottobre 2008, gli asset dei piani pensionistici privati nei Paesi che aderiscono all’organizzazione hanno perso intorno a 5mila miliardi di dollari, quasi il 20% circa rispetto ai 28.000 miliardi di dicembre 2007. L’Italia - dice l’Ocse - registra perdite inferiori alla media (10% in termini reali; 5% nominali). La diffusione della previdenza privata in Italia è però ancora pari a meno di un terzo del totale potenziale.
E visto che parliamo di rilevazioni fino a settembre, il calcolo non i incorpora ancora i crolli che sono avvenuti tra ottobre e dicembre del 2008. Ad esempio, visto che queste forme di previdenza integrativa sono molto agganciati alle azioni di Borsa quando ci si trova ai primi anni, allora va ricordato che l’indice Mibtel sta perdendo il 50% rispetto a un anno fa.
Ora gli esperti che tanto hanno glorificato l’efficacia del versamento nella previdenza integrativa del Tfr per rivalutarlo al meglio diranno che la Borsa vince sempre sul lungo periodo. Ma questa volta non è per niente detto. Perché è possibile che accada, ma non è per niente certo, mentre il Tfr tradizionale ha una sua rivalutazione annuale standard.
Il Presidente
Carlo Garofolini
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