Com’è andata per l’agroalimentare veneto nel 2008?
Un’annata agricola difficile da “leggere”, dicono i dati di Veneto Agricoltura. Infatti, ad un andamento positivo del primo semestre, è seguita una sorta di frenata durante l’estate per l’evidente ribasso delle quotazioni delle principali “commodities” sui mercati internazionali, dovuta alla nuova spinta produttiva. Questo arretramento ha riguardato i comparti delle colture cerealicole, le industriali e quello vitivinicolo, mentre l’ortofrutticoltura e la zootecnia sono sostanzialmente riuscite a mantenere le posizioni dello scorso anno.
Nel dettaglio dunque, il rapporto evidenzia delle criticità sia dal punto di vista commerciale che sotto il profilo dei costi di produzione: l’indice generale dei prezzi pagati dagli agricoltori, calcolato da ISTAT fino al mese di settembre 2008, mostra infatti un aumento dell’11% rispetto al 2007. In particolare si sono registrati aumenti per concimi (oltre il 40%), prodotti energetici (+21%) e mangimi (+14%); in quest'ultimo caso la flessione dei prezzi dei cereali - fortemente correlati con i prezzi dei mangimi - alla fine dell'anno non si era ancora trasferita sui costi dell’alimentazione zootecnica.
Si teme dunque una probabile contrazione dei redditi delle aziende agricole venete, il cui numero di iscrizioni al Registro delle Imprese delle Camere di Commercio alla fine del terzo trimestre è ulteriormente sceso a 83.000 unità (-2,5% rispetto al 2007). In notevole calo sembra anche l’occupazione in agricoltura, che nei primi nove mesi è scesa sotto i 60.000 occupati.
In controtendenza appare invece il comparto dell'industria alimentare veneto che risulta in crescita del 2,4% rispetto al 2007, raggiungendo le 7.364 imprese iscritte alle Camere di Commercio, con un lieve incremento anche in termini di occupazione (+0,3%).
Bene la riduzione del deficit della bilancia commerciale agroalimentare regionale anche nei primi tre trimestri del 2008 che registra, in un contesto di espansione degli scambi, un miglioramento del 5%. La diminuzione del saldo commerciale è dipesa dalla crescita più che proporzionale del valore delle esportazioni (+17% riferito allo stesso periodo 2007) rispetto alle importazioni (+10%), crescita da imputare al comparto alimentare, che ha ridotto il proprio deficit del 20%, anziché al comparto agricolo, il cui disavanzo è invece cresciuto del 3%.
ANALISI SETTORE PER SETTORE
- Coltivazioni erbacee: il comparto ha presentato complessivamente nel 2008 una flessione della produzione (-5%). L’andamento climatico ha infatti sfavorito le coltivazioni del mais, frumento e orzo, mentre è stato favorevole per il riso. Il mais si conferma la coltura principale del Veneto con oltre 270.000 ettari, in notevole calo (-10%) rispetto al 2007. Anche a causa di un abbassamento della resa (-7%), la produzione complessiva è diminuita del 17%, scendendo a circa 2,4 milioni di tonnellate. Le quotazioni del mais hanno avuto un andamento alquanto altalenante durante l’anno, raggiungendo il loro massimo a marzo (229 €/t) e scendendo poi progressivamente fino ai livelli minimi di dicembre (115 €/t). In aumento la superficie coltivata a frumento tenero (81.400 ettari, +5%) che ha mantenuto i livelli produttivi del 2007, pari a 487.000 tonnellate, pur in presenza di un calo della resa (-4%). Risultati insoddisfacenti sono stati realizzati per le quotazioni di questa coltura che hanno segnato una flessione dell’11% rispetto al 2007. La superficie investita a frumento duro è aumentata notevolmente anche nel 2008 raggiungendo i 10.000 ettari. Nonostante una leggera flessione della resa, si è registrata una forte crescita produttiva (+74%) che è salita a 26.000 tonnellate. L’orzo conferma la tendenza crescente del 2007, registrando un ulteriore aumento della superficie coltivata (14.000 ha, +52%) e della produzione complessiva (80.000 t, +55%), mentre i prezzi sono diminuiti di circa il 30%. Nonostante la contrazione degli investimenti (-13%) e di conseguenza della produzione (-11%), la coltivazione del riso ha potuto beneficiare del favorevole andamento climatico registrando un lieve aumento della resa (+4%) e delle quotazioni (+30%).
- Colture industriali: flessione per la barbabietola da zucchero sia in termini di superficie, scesa a 14.900 ettari (-22%), che di produzione calata a circa 975.000 tonnellate (-19%). La coltura del tabacco, a fronte di un lieve incremento delle superfici coltivate, salite a 7.700 ettari, ha realizzato una produzione e resa superiori di circa l’8% rispetto al 2007 e aumenti di prezzo di circa il 17%. Andamenti climatici sfavorevoli si sono verificati per le colture oleaginose. La soia ha registrato superfici in diminuzione (66.000 ha, -6%) e produzioni in forte calo (207.000 t, -15%), a causa anche di danni fitosanitari. Ne ha risentito positivamente il mercato, che ha fatto registrare un aumento del 18% del prezzo medio. Dopo il forte ridimensionamento registrato nel 2007, le superfici coltivate a girasole sono aumentate nel 2008 del 2%, portandosi a 2.600 ettari, a cui ha fatto riscontro un calo delle produzioni (-11%) a causa della diminuzione della resa (-13%). E’ invece aumentata la superficie coltivata a colza, che è salita a 850 ettari (+9%), anche se la coltura ha subito importanti diminuzioni di resa (-28%), produzione raccolta (-22%) e prezzo (-26%)
- Comparto orticolo: si registra un calo delle superfici del 4%, scendendo a 33.700 ettari, e una crescita del valore delle produzioni del 9%, stimata in oltre 600 milioni di euro. La superficie coltivata a patata è rimasta sostanzialmente invariata, attestandosi sui 3.600 ettari, mentre la produzione e la resa hanno subito una flessione di circa l’8%. Continua la contrazione degli investimenti a radicchio (9.400 ha, -6%) che ha tuttavia raggiunto livelli produttivi soddisfacenti (134.000 t, +4%). In lieve aumento le produzioni di fragola (+24%) a fronte di investimenti costanti, contestualmente a quotazioni medie annue in crescita (+30%).
- Produzione frutticola: rimane sostanzialmente invariata rispetto al 2007, con andamenti produttivi opposti tra le varie coltivazioni. Il comparto melicolo, grazie a un lieve incremento delle superfici in produzione, ha registrato una modesta crescita della produzione complessiva e delle rese. Buone le produzioni e le rese per il pero, nonostante la leggera contrazione delle superfici. Negativa l’annata per pesche e nettarine, la cui produzione è diminuita dell’8% soprattutto a causa dello sfavorevole andamento climatico. I risultati nei mercati della frutta sono stati generalmente positivi, poiché si è osservato un aumento dei prezzi medi annui di mele (+7%), pere (+16%), pesche (+21%) e actinidia (+32%). L’andamento climatico e fitopatologico non ha favorito la coltivazione della vite, che a fronte di un assestamento delle superfici investite sui 70.000 ettari ha subito un calo della resa del 5%, in controtendenza rispetto alla produzione nazionale. La produzione veneta di vino è stimata in 7,4 milioni di ettolitri, in calo del 5% rispetto al 2007. Considerato anche un ribasso medio pari al 15% dei prezzi delle uve e la sostanziale stabilità dei prezzi dei principali vini DOC della regione, il fatturato ha subito una contrazione del 6%, attestandosi sui 372 milioni di euro.
- Comparto zootecnico: risultati economici omogenei ad eccezione del comparto avicolo. La produzione di latte, stimata in circa 11 milioni di quintali, è risultata lievemente in calo rispetto al 2007 (-2,5%), ma ha beneficiato di un aumento di prezzo del 12-15%. Per la carne bovina si stima una produzione di circa 210.0000 tonnellate (-5%) e quotazioni in crescita mediamente del 7%. La stabilità dei consumi ha indotto un aumento del 4% nelle importazioni di bovini, mentre l’ISTAT stima un netto calo dei capi per l’allevamento del vitello a carne bianca (-28%) e una buona tenuta dell’allevamento del vitellone, con una crescita del 15% dei capi. La carne suina conferma le quantità prodotte nel 2007, pari a 133.000 tonnellate, e registra un aumento medio delle quotazioni del 15%. Il comparto avicolo ha continuato il recupero produttivo rispetto alle disastrose annate 2005/06 (influenza aviaria), con l’ulteriore incremento dei capi macellati sul 2007. A prezzi correnti la crescita del comparto avicolo ha segnato variazioni dell’1 e del 4% (rispettivamente pollame e uova), mentre in termini reali il solo comparto della carne avicola ha registrato un incremento del 10%.
- Comparto pesca: La produzione regionale nel primo semestre 2008 è stimata in 12.000 tonnellate (-20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), corrispondenti a un fatturato di circa 40 milioni di euro.
Il rapporto “Prime valutazioni 2008 sull’andamento del settore agroalimentare veneto” è pubblicato on-line sul sito www-venetoagricoltura.org > osservatorio economico > temi.
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