A "pagamento" inizia la nuova era televisiva
In Sardegna, dove dal 15 ottobre oltre un milione e mezzo di persone hanno già fatto il passaggio dall’analogico al digitale, e non è stato indolore: molti i disservizi, i canali che scompaiono e ricompaiono, alcune zone non coperte a sufficienza dal segnale digitale, molte proteste nei blog, nei forum, nelle mailing list di Internet, ma il quadro generale è sostanzialmente positivo.
Ecco una guida per chi vuole attrezzarsi in tempo.
I prezzi. Per ottenere un decoder si va da 28 euro per il modello meno costoso a oltre 300 e più per i set top box, che offrono altre funzioni, dai canali interattivi a quelli in alta definizione, dalla visione dei canali satellitari (con l’aggiunta di una parabola), fino alla possibilità di registrare i programmi su hard disk. I decoder a basso costo si limitano a captare i canali del digitale terrestre gratuiti, le vecchie reti analogiche nazionali e locali, e non hanno l’ingresso per le schede dei programmi a pagamento. Sono previsti dei contributi statali o regionali per incentivare il passaggio al digitale. Ad esempio il sindaco Alemanno a Roma ha annunciato che il 10% dei cittadini lo avrà gratuitamente.
Le alternative. L’alternativa principale all’acquisto del decoder da collegare alla tv è comprare un televisore che abbia il ricevitore digitale terrestre integrato. Ma questo significa, ovviamente, cambiare televisore, con costi sicuramente più elevati. Altra alternativa è quella dell’Iptv, ovvero la tv via Internet offerta da alcuni dei principali operatori telefonici. Con Alice Home Tv il decoder arriva gratis, ma bisogna fare l’abbonamento con Telecom per il collegamento Internet Adsl. Simili offerte le fanno anche Fastweb e Wind. Con questo decoder si ricevono i canali del digitale terrestre, la tv via Internet (con molti canali gratuiti), i film on demand e anche i canali di Sky, senza dover montare nessuna parabola. Ma ci sono i costi di attivazione, che variano a seconda dell’abbonamento telefonico.
Bisogna cambiare televisore? No, i decoder a basso e a medio costo funzionano con i vecchi televisori senza problema. Quelli tecnologicamente più avanzati hanno bisogno dei televisori più moderni.
Bisogna cambiare l’antenna o orientarla diversamente?
No, l’antenna per la ricezione è la stessa. Naturalmente se l’antenna riceveva male i canali analogici riceverà male quelli digitali.
Cosa deve avere un buon decoder digitale terrestre? Per le regioni dove lo switch non è ancora avvenuto il decoder deve avere un doppio sintonizzatore (digitale terrestre + analogico). E’ importante che abbia la compatibilità MHP (Multimedia Home Platform, lo si legge sul decoder) per ricevere i servizi interattivi. Bisogna fare attenzione alla quantità di memoria del decoder, almeno 64Mb di Ram, e almeno 8 Mb di memoria Flash, utili per rendere più veloce il cambio del canali e la ricezione dei segnali (tutti dati da chiedere al negoziante o da trovare sul libretto delle istruzioni). Se si deve collegare solo il televisore può avere una sola presa Scart, se c’è la necessità di collegare un videoregistratore, le Scart devono essere almeno due. Bisogna controllare bene i decoder a basso costo, perché alcuni modelli non sono in grado di ricevere i segnali di alcuni canali che trasmettono utilizzando la banda III. E non supportano il Televideo.
La copertura. La Sardegna è già passata al digitale. Durante questo anno lo faranno Valle D’Aosta, Lazio, Piemonte, Trentino Alto Adige e Campania
Le offerte. La Rai, oltre ai canali già presenti in analogico, offre anche Rai4, RaiGulp, RaiNews24, RaiSportPiù, RaiEdu1, e alcuni servizi interattivi, tutti gratuiti. Mediaset offre i suoi canali analogici e in più, gratuitamente, Iris. A pagamento c’è Premium Calcio, Premium Gallery (film e serie tv, ma anche il Grande Fratello interattivo) e Premium Fantasy, con i canali per bambini) L7 ha una carta prepagata, La 7 Cartapiù, per vedere il calcio, senza abbonamento.
"Una rivoluzione non gratuita, con cifre che possono essere relativamente basse o molto alte, semplicemente per continuare a fare quello che facciamo già oggi, ovvero seguire i programmi delle reti televisive nazionali e locali gratuite, o per poter fare alcune cose in più anche se ci sarà un incentivo economico all’acquisto dei decoder".
tratto dal Corriere della Sera del 23 gennaio 2009
Il Presidente
Carlo Garofolini
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