Giovanni Gecherle: il sogno per una città
L’avventura degli allora ragazzi della Pallamano Brazzalotto Mestre ha segnato un capitolo nella piccola storia veneta di questo sport. La squadra venne fondata come Leon Boys; Gecherle ci incontrò al secondo anno di attività, sponsorizzandoci con il nome di “Casa del Parrucchiere” e conquistando la promozione in serie C. Al terzo anno diventammo “Brazzalotto”, non un marchio aziendale ma il cognome dell’amata consorte, con la quale condivise la costruzione, anno dopo anno, di una società, che aprì strade fino allora impensabili in uno sport minore e soprattutto nuovo. Cercò sempre di scegliere il meglio per offrire ai “suoi” ragazzi l’opportunità di crescere, fino a portare a Mestre ex nazionali triestini ed un allenatore-giocatore jugoslavo: per il mondo pallamanistico di allora un’autentica rivoluzione. Giocavamo in serie C con organizzazione e capacità tecniche da serie superiori. L’anno della promozione vincemmo il campionato a punteggio pieno e l’anno dopo, matricole in serie B, arrivammo alle soglie della massima serie. Lì finì la storia perché Nino, come tutti i generosi, gettò la spugna quando si sentì non capito nello sforzo profuso proprio da chi traeva maggior beneficio dal suo impegno. Per un anno tenemmo ancora in piedi il settore giovanile e poi ci fondemmo con il CUS Venezia, dove oggi la tradizione continua.
Il mio impegno odierno discende da quella esperienza: l’aver imparato ad impegnarsi nello sport con l’obbiettivo di offrire un servizio alla tua comunità. Era questo il grande cruccio di Gecherle: non sentirsi apprezzato dalla sua città; non cercava denari (quelli li ha sempre messi di tasca propria, come un vero mecenate), cercava condivisione di un sogno. Eppure non si arrese mai, né fece mancare alcunché alla squadra; i suoi figli praticavano altri sport, molti lo cercavano, ma lui non tradì mai i suoi giocatori. Al termine della stagione risultava inesorabilmente il più presente agli allenamenti, dove spesso scendeva in campo per “provare a fare goal”; allo stesso tempo era capace di portare a Mestre i campioni d’Italia, per dare alla Brazzalotto un’opportunità unica, così come di organizzare un torneo internazionale o di portare la squadra all’estero per fare esperienza.
Mollò, quando sentì il suo entusiasmo svilito e, come i grandi amori finiti, continuò a guardare il nostro mondo da lontano, facendo attenzione a non farsi sorprendere dai rimpianti. Gecherle ha dato una sferzata nuova alla pallamano veneziana; fu una stagione esaltante di entusiasmi finita, forse, troppo presto; rimane, però, indelebile il segno di chi volle osare a costruire un sogno nel silenzio assordante di una città che, ora, almeno deve sapere. Non lacrime, ma rispetto.
Fabrizio Stelluto
Delegato FIGH Venezia
Dirigente CUS Venezia Handball
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