Carnevale udinese con Mamuthones e Issohadores
Nati in tempi remotissimi, come attori attivi nei riti pagani, dei Mamuthones si è persa l’origine e il significato. Gli abitanti di Mamoiada, la città sarda da cui provengono, li ritengono quasi il simbolo del carnevale e la loro apparizione porta tradizionalmente con sé allegria e tempi propizi. Quella dei Mamuthones, è una cerimonia solenne, ordinata come una processione, ma che è allo stesso tempo una danza. I figuranti, curvi sotto il peso dei campanacci, si muovono molto lentamente su due file parallele, fiancheggiati dagli Issohadores (che in sardo significa letteralmente “colui che prende con la fune”), e ad intervalli uguali danno tutti un colpo di spalla per scuotere e far suonare tutta la sonagliera. Gli Issohadores, invece, si muovono con passi e balzi più agili, poi all’improvviso si slanciano, gettano fulmineamente il laccio di giunco (“sa soha”) e colgono, tirandolo a sé come un prigioniero, lo spettatore che hanno scelto nella folla.
Il passo cadenzato per avanzare e scuotere i campanacci fa quasi pensare ad una danza, “una processione danzata”, come l’ha definita l’etnologo Raffaello Marchi che per primo, negli anni ‘40, ha osservato molto da vicino questa manifestazione. Il peso complessivo di tutta l’attrezzatura che i Mamuthones portano con sé si aggira sui 22-25 chilogrammi, ma non è il solo peso quello che fa faticare i componenti di questo straordinario gruppo, quanto la morsa delle cinghie in pelle, ben serrate tra spalle e gabbia toracica.
“Senza Mamuthones non c’è carnevale”, affermano i mamoiadini: il che vuol dire che è questa la più importante manifestazione e quasi simbolo del carnevale stesso. Un appuntamento imperdibile che, grazie al sostegno dell’assessorato alla Cultura del Comune, in collaborazione con il circolo sardi “Montanaru” di Udine, non mancherà di richiamare il festoso pubblico carnevalesco friulano.
Ufficio stampa