In Italia il 20% delle famiglie che sta allevando un figlio sotto i sei anni vive a rischio povertà. Questo il dato elaborato e diffuso dallo studio della Commissione europea. A questo dato sconfortante bisogna aggiungere che in Europa siamo in compagnia di paesi come Estonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo e Regno Unito.

Secondo il report in parte la cosa può essere spiegata con il fenomeno di famiglie che hanno un solo genitore, che così riduce in modo drastico il reddito su cui contare.

Ma - fanno notare gli autori dello studio - è una spiegazione che invece non può essere applicata a Italia o al Portogallo, perché a differenza degli altri paesi il cui rischio povertà è simile, si tratta di due nazioni dove ci sono pochissime famiglie con un solo genitore.

Va segnalato che all’estremo opposto al nostro ci sono paesi come Svezia e Norvegia, dove il pericolo povertà per le famiglie con figli sotto i sei anni non arriva neanche al 10%, soglia che in media è quella di tutti i paesi europei.

Il rapporto della Commissione europea avverte inoltre che la povertà ha una stretta correlazione con i livelli di educazione scolastica che avranno i figli, inoltre indica come una delle cause della più diffile situazione italiana anche nella forte disparità lavorativa tra donne e uomini nel nostro paese.

Nei casi di figli tra 3 e 5 anni la disoccupazione femminile è almeno 1,5 volte quella maschile, mentre nella stessa situazione le donne senza lavoro sono perfino meno dei maschi in paesi come Austria o Paesi Baltici.

"Ci troviamo nuovamente in una situazione critica rispetto l’Europa; a "denunciare" un fenomeno poco conosciuto nonostante la gravità delle cifre e la diffusiuone sul territorio nazionale. Una questione che risulta sembrare "indifferente" alla nostra società, un fenomeno riconducibile e misurato solo alla dimensione materiale del benessere che collima con l’incapacità di politiche adeguate volte a sostenere le famiglie povere".

Il Presidente

Carlo Garofolini

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