Crisi: Obama mette l’etichetta made in Usa su alimenti
Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di una misura fortemente sostenuta dagli agricoltori e dai consumatori statunitensi alla quale si oppongono però le grandi industrie di trasformazione della carne che in molti casi mischiano la carne americana a quella messicana o canadese per offrire i propri prodotti ai supermercati.
Il problema - continua la Coldiretti - riguarda infatti principalmente la carne, importata in modo massiccio da Messico e Canada e venduta come americana, ma anche la frutta e verdura ed altri prodotti provenienti dall’estero che vengono “confusi” con le produzioni locali.
La Coldiretti aveva siglato un protocollo di intesa con la National Farmers Union (NFU), (l'Organizzazione agricola statunitense), proprio per l'indicazione obbligatoria in etichetta dell'origine degli alimenti per consentire ai consumatori di tutto il mondo di conoscere la provenienza dei cibi che acquistano sul mercato.
In Europa dopo la storica decisione dell'Unione Europea di rendere obbligatoria l' indicazione dell'origine dell'olio di oliva occorre - sostiene la Coldiretti - estendere l'etichettatura trasparente per tutti i prodotti alimentari che sono ancora anonimi, dalla carne di maiale a quella di coniglio ed agnello, dai succhi di frutta alle conserve vegetali, dal latte a lunga conservazione a tutti i formaggi. Con le mobilitazioni degli ultimi anni la Coldiretti è riuscita ad ottenere l'obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro e extravergine di oliva.
Secondo l'indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (98 per cento) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti.