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Grido d’allarme del Sistema Moda Artigianato Veneto

19/02/2009
Rateizzazione delle tasse, congelamento per un anno dei contributi previdenziali per i dipendenti e congelamento dei parametri di Basilea2. Questi i provvedimenti più importanti richiesti dal Tessile, Abbigliamento, Calzature ed Occhialerie. Il comparto artigiano della Moda, esposto in Veneto alla crisi più che in altre aree del Paese, rischia di “andare a pezzi” sotto il peso della crisi economica internazionale. I presidenti del Sistema Moda della Confartigianato Veneto: Giuliano Secco (abbigliamento), Gianluca Fascina (tessili), Sergio Segalin (calzaturiero), Tiziano De Toffol (occhialeria), Luca Bortolotto (pelletteria) e Marcello Fabian (pelliccerie) lanciano tutti insieme l'allarme nel giorno della conferenza stampa a difesa del Made in Italy promossa a Milano dalle rappresentanze imprenditoriali e sindacali della filiera produttiva italiana del tessile -abbigliamento-pelli-cuoio-calzature-occhiali per chiedere al Governo interventi urgenti a sostegno di investimenti, occupazione e redditi.

“Di crisi il nostro settore ne ha passate tante dal 1990 ad oggi –affermano i sei rappresentanti dei vari mestieri del cosiddetto Made in Italy- ma quella che stiamo affrontando da gennaio rischia di essere l’ultima. Abbiamo perso oltre 8mila imprese e 55mila posti di lavoro in diciotto anni solo nel comparto artigiano veneto. Un processo di selezione drammatico, lento ma inesorabile che aveva però traghettato un intero settore verso uno zoccolo duro di aziende di eccellenza, flessibili e innovative. Oggi, il settore Moda dell’artigianato Veneto conta ancora 7.500 imprese e 30.500 addetti –proseguono i presidenti- numeri di tutto rispetto che meritano di essere sostenuti per superare l’attuale crisi e che per far ciò il Governo deve intervenire prevedendo: norme di sostegno all’occupazione, per il 78% composta da maestranza femminile, che vedano il congelamento per un anno dei contributi previdenziali per i dipendenti delle aziende che si impegnano a non licenziare; il rinvio di un anno a tasso zero dei pagamenti per tasse per le imprese; infine, vista la scarsa propensione del sistema bancario a concedere credito alle piccole imprese, un impegno straordinario del Governo nelle sedi opportune affinché sia sospesa l’applicazione della normativa Basilea 2”.

“I sistemi delle imprese della filiera produttiva veneta ed italiana del tessile abbigliamento-pelli-cuoio-calzature-occhiali –concludono i Presidenti- hanno già saputo reagire da soli con forza e determinazione alla grave crisi che ha colpito il settore in Italia ed Europa negli anni 2001-2005, conseguente alla globalizzazione dei mercati ed all'avvento delle produzioni a basso costo dei Paesi emergenti. Questa volta il settore non può essere abbandonato a se stesso soprattutto dopo che altri (auto, edilizia, legno ed elettrodomestici) hanno avuto risposte dal Governo e che la non risposta, oltre al fatto politico, ha valenza anche sul mondo del credito facendo sembrare il settore non affidabile perché non sostenuto dal Governo”.

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