Il rischio non e’ il mio mestiere: come prevenire gli infortuni nei cantieri edili
Analizzando il fenomeno per singole province, è Verona quella con il triste primato di infortuni: 21.392 nel 2005, seguita a ruota da Vicenza (20.051), Treviso (19.929) e Padova (18.511). Venezia è quinta con 17.734.
Molto alti sono anche i numeri degli infortuni riguardanti i lavoratori in itinere, cioè durante gli spostamenti lavorativi (1.760 nel 2005, 2 mortali) e quelli riguardanti i lavoratori extracomunitari (20.270 nel 2005, 24 mortali), poiché, è stato detto, gli stranieri, se non conoscono bene la lingua del paese in cui lavorano, possono avere maggiori difficoltà nell’apprendere norme comportamentali sul luogo di lavoro.
Il settore più a rischio è sicuramente quello delle costruzioni (non a caso il convegno era dedicato soprattutto alla ricerca di un modo per aumentare la sicurezza nei cantieri edili) : 11.898 infortuni nel 2005, di cui 19 mortali. Uno dei motivi dell’alto rischio sta nell’accesso alla professione, perché, è stato detto, a differenza di altri settori, per lavorare nell’edilizia non occorrono requisiti particolari a livello di formazione. “Questo perché, fin dal dopoguerra l’edilizia garantiva la piena occupazione e tutti chiudevano un’occhio. Ma la cosa, oggi, non è più tollerabile” ha detto Maurizio Scomparcini della CNA Veneto.
“In realtà chi vuole fare questo mestiere deve avere grande professionalità. Non si tratta di una logica corporativista e neppure di voler proteggere posizioni, bensì di tutelare dignità e sicurezza” ha affermato Italo Luigi Tonet dell’ANCE Veneto.
“Il settore delle costruzioni dev’essere oggetto di grande rivisitazione” ha affermato Vendemiano Sartor, Presidente Confartigianato del Veneto.”E’ necessario, da un lato intensificare i controlli, dall’altro introdurre un sistema di certificazione. Inoltre” ha aggiunto “Stiamo lavorando ad un progetto di legge che permetta l’accesso all’edilizia solo alle aziende veramente qualificate. Noi siamo per il principio della libertà del mercato, ma occorre avere un minimo di requisiti”.
Su un punto si sono rivelati tutti d’accordo: per prevenire e fare sicurezza è necessario investire sulla formazione. “La riduzione degli infortuni è un vantaggio per l’azienda anche in termini competitivi” ha detto Francesco Barela, Direttore Regionale INAIL Veneto. “Un’azienda sana” ha aggiunto “è più competitiva in un mercato che, oltretutto, sta diventando sempre più difficile”.
“La mancanza di sicurezza è un danno abnorme per i bilanci dello Stato” ha affermato Franco Martini, Segretario Nazionale Fillea Cisl “quindi investire in sicurezza significa ridurre i danni, anche in termini economici”.