“Senza voler fare del vittimismo, ma guardando la verità, vorrei sottolineare che la situazione di crisi idrica che sta vivendo la nostra regione e in particolare il Delta del Po, è il risultato di un certo comportamento praticato dagli utilizzatori che operano nelle regioni a monte”. Lo sottolinea l’Assessore regionale all’Ambiente, Giancarlo Conta, al termine della riunione tecnica convocata a Rovigo per valutare le problematiche relative alla scarsità di risorse idriche nel Delta del Po. All’incontro, oltre alla Regione del Veneto, sono intervenuti il Ministero dell’Ambiente e Territorio, la Regione Emilia Romagna, l’autorità di Bacino del fiume Po, l’AIPO, le Province di Rovigo e Ferrara, l’ARPAV, i Consorzi di Bonifica Delta Po Adige, Padania Polesana e 1° Circondario di Ferrara, Terna e Enel. “Ricordo – ha poi aggiunto l’Assessore Conta – che nella riunione del 22 giugno scorso, tenutasi presso l’Autorità di Bacino a Parma, è stato distribuito il testo di un accordo tra Regione Lombardia e i soggetti produttori di energia (Enel, Edipower, Edison, AEM), che gestiscono gli invasi lombardi, in base al quale veniva garantito, a partire dal 19 giugno, il rilascio aggiuntivo di circa 60-70 mc/s verso i laghi lombardi e da questi, secondo le speranze della Regione Veneto, verso l’asta di valle del Po, quindi fino al delta. Secondo i dati al momento rilevati, invece, l’erogazione dai laghi lombardi verso valle non solo non è aumentata, ma addirittura è diminuita, dimostrando che i maggiori rilasci ottenuti dagli invasi idroelettrici sono stati “bloccati” nei laghi sottostanti, senza alcun beneficio verso l’asta di valle del Po”. Preso atto dell’inefficacia di tali provvedimenti, Conta ha quindi informato che si è ritenuto di chiedere con forza una serie di interventi: l’aumento effettivo dei rilasci verso l’asta di valle del Po, da parte di invasi idroelettrici e laghi; una ulteriore riduzione dei prelievi irrigui in Lombardia e Emilia, i quali, pur essendo già diminuiti rispetto ai valori di concessione, consentono ancora un sufficiente soddisfacimento dei locali bisogni irrigui, a differenza del delta del Po che invece è in totale e assoluta crisi idrica, creando una inaccettabile disparità tra Regioni dello stesso bacino nello sfruttamento della risorsa idrica comune; la verifica dei rilasci per il DMV (obbligatori per legge) da parte degli stessi concessionari irrigui di Lombardia e Emilia, visto che anche tali rilasci, se non rispettati, incidono negativamente sulla portata fluente in Po; una rigida verifica degli attingimenti precari, che sembrano praticati in misura massiccia lungo tutte le aste di pianura del bacino, si teme anche abusivamente, favoriti dalla situazione di scarsità idrica. L’Assessore Conta ha poi precisato, che essendo tali azioni rivolte a soggetti esterni al territorio della Regione del Veneto, si ritiene necessario attivare il Dipartimento della Protezione Civile quale soggetto istituzionalmente competente per organizzare e disporre, con la dovuta urgenza, interventi per fronteggiare situazioni di crisi (quale quella presente nel delta del Po) che hanno una dimensione interregionale. Ciò, evidentemente, coinvolgendo in primis l’Autorità di bacino e tutti gli altri soggetti interessati (Regioni, produttori di energia, enti regolatori dei laghi, concessionari irrigui). Concludendo, Conta si è impegnato a fare in modo che il Veneto venga tenuto nella giusta considerazione all’interno dell’AIPO, dove dovrà essere attore principale per la gestione di una risorsa importante qual’è il Po, che non può essere considerato solo di valenza regionale, ma nazionale.