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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Olio: indicazione dell’origine obbligatoria in etichetta

09/03/2009
Il 35% delle aziende olivicole, si dichiara disponibile ad intraprendere nuovi investimenti nei prossimi tre anni per l’acquisto di macchine e attrezzature.

Massimo Gargano presidente di Unaprol – consorzio olivicolo italiano saluta con soddisfazione il varo del regolamento comunitario, approvato definitivamente dalla Commissione europea, che stabilisce inequivocabilmente l’indicazione dell’origine obbligatoria in etichetta e si dice convinto che “le nuove norme europee spingeranno ora le aziende a fare nuovi investimenti nel settore”.

Secondo le prime anticipazioni di un rapporto in fase di elaborazione che Unaprol presenterà al prossimo SOL di Verona risulta a livello nazionale che Il 26% del totale delle aziende olivicole è condotto da donne, mentre il 16% è direttamente gestito da giovani agricoltori che sono propensi a fare nuovi investimenti in olivicoltura.

“Il nuovo quadro normativo comunitario sull’origine obbligatoria – afferma Massimo Gargano, presidente di Unaprol – premierà sempre di più le aziende che valorizzano attraverso l’origine obbligatoria del prodotto il forte legame distintivo con il territorio”.

Secondo l’indagine dell’osservatorio economico di Unaprol – consorzio olivicolo italiano, il valore della produzione olivicola italiana a prezzi base supera i 2,5 miliardi di Euro all’anno; “che d’ora in poi – ha concluso Gargano - potrà essere più tutelata da contraffazioni e sofisticazioni e che se ben utilizzata potrà generare il vero sviluppo del comporto olivicolo italiano anche grazie allo strumento del nuovo piano olivicolo nazionale sul quale il Mipaaf ha riparto il dibattito proprio in questi giorni”.

Bandito finalmente l’anonimato dell’olio extra vergine di oliva. La nuova norma UE sull’indicazione di origine obbligatoria prevede che l’olio debba indicare esattamente l’origine del prodotto confezionato. D’ora in poi le nuove etichette dovranno indicare obbligatoriamente l’origine in una delle seguenti soluzioni:

Origine Stato membro o Origine UE; quando sia le olive che la trasformazione delle stesse risultano provenienti da un unico Stato membro. E’ quella richiesta principalmente dall’Italia .

Miscela di oli Comunitari; quando si tratta di olio ottenuto dalla miscela di oli provenienti da paesi dell’UE.

Miscela di oli non comunitari; nel caso di un olio ottenuto dalla miscela di oli provenienti da paesi extracomunitari.

Miscela di oli Comunitari e extracomunitari; nel caso di un olio ottenuto dalla miscela di oli provenienti da paesi comunitari e extracomunitari.

Import - export, produzione e consumi del made in Italy

L’Italia, ricorda l’Unaprol, è il crocevia del mercato dell’olio di oliva ed è il baricentro del Mediterraneo.

L’approvvigionamento degli oli extra vergini di oliva da parte dell’industria italiana avviene in funzione degli andamenti quali quantitativi della campagna in maniera variabile dai produttori italiani e dai paesi del bacino del Mediterraneo.

In media tra le cinquanta e le centomila tonnellate provengono dal Nord della Puglia e da alcune aree della Calabria, Sicilia e Campania. Tra le trecento e le quattrocento mila tonnellate sono importate da Spagna e Grecia, cui si aggiungono Tunisia e altri paesi del Maghreb.

Oltre 200 mila tonnellate sono invece dirette al mercato estero, con un plus medio in valore del 50% e dove le quote di mercato del nostro Paese oscillano tra il 60 e l’80%.

La produzione media italiana di olio di oliva in generale si attesta sulle 650 mila tonnellate all’anno, mentre il consumo interno supera abbondantemente le 800 mila tonnellate.

Fonte: osservatorio economico di Unaprol

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