Un patto nord/sud per una nuova meat economy
Il nodo cruciale che gli allevatori del Nord intendono affrontare con il ministro Zaia è legato alle dinamiche di promozione e sviluppo del comparto bovino. Il consumatore italiano – secondo Unicarve – non è posto in condizione di riconoscere la carne prodotta in Italia perché sui banchi delle macellerie e dei supermercati è esposta in modo indifferenziato e, spesso, la correlazione tra etichettatura obbligatoria e prodotto, è materia per “professionisti”, di difficile interpretazione per la “signora Maria”, che frequentemente acquista la carne.
Può un bovino proveniente da altri Paesi europei, che soggiorna per 31 giorni in Italia ottenere la “cittadinanza” italiana? Secondo la legge, si, secondo Unicarve, i giorni dovrebbero essere almeno 210 (7 mesi) per crescere con l’alimentazione preparata dai nostri allevatori . E come fa il consumatore a saperlo se in etichetta non è scritto?
Quesiti che trovano risposta nel Piano Carni, che Unicarve, da tempo, sostiene essere necessario, e che spera venga adottato al più presto dal Ministro Zaia.
“Nord chiama Sud”, per aumentare la disponibilità di ristalli, per diminuire la dipendenza dalla Francia, che esporta verso l’Italia quasi l’80% di vitelli da ingrasso e, grazie all’Interprofessione, che da loro funziona, INTERBEV, ha aumentato del 18% l’esportazione di carne fresca verso il nostro Paese.
Va riscoperto l’allevamento delle vacche nutrici di razze da carne, per il rafforzamento della filiera della linea vacca/vitello (dunque la “produzione” di vitelli da indirizzare all’ingrasso) che troverà il favore degli ingrassatori Veneti e del Nord, specializzati nell’allevamento confinato/protetto, basato sul processo di trasformazione del mais in carne.
L’attenzione del cliente finale verso l’origine del prodotto “carne bovina” emerge in modo netto nelle testimonianze della GDO e della distribuzione specializzata raccolte dai giornalisti Andrea Guolo e Gian Omar Bison nel libro “Uomini e Carne – Un viaggio dove nasce il cibo”.
Per la prima volta un libro racconta con taglio giornalistico di inchiesta il settore e i suoi protagonisti, entrando negli allevamenti e nei macelli del Nordest, raccontando le scelte di Coop Italia e Crai, di un macellaio-gourmet (Fabrizio Nonis) e di uno chef stellato (Ivano Mestriner); analizzando il sistema scientifico e di tutela con le testimonianze di Igino Andrighetto (Istituto Zooprofilattico del Nordest) e di Massimo Castagnaro (preside della facoltà di Medicina Veterinaria di Padova); coinvolgendo infine le istituzioni regionali e nazionali, con le interviste a Franco Manzato (assessore e vicepresidente della Regione Veneto) e Luca Zaia (ministro delle Politiche Agricole). L’introduzione è firmata dal prof. Ulderico Bernardi, sociologo di chiara fama.
Oltre al “patto” nord/sud per il rafforzamento della linea vacca/vitello, la proposta per una nuova meat economy contenuta nelle conclusioni di “Uomini e Carne” si fonda sulla tracciabilità estesa alla ristorazione e sul disciplinare unico di produzione con la denominazione “Vitellone ai cereali Sigillo Azzurro”, auspicando la ridefinizione dell’interprofessione e chiedendo all’Unione Europea il marchio S.T.G. (Specialità Tradizionale Garantita) per i bovini allevati con lo stesso disciplinare.
Uomini e carne – Un viaggio dove nasce il cibo.
di Andrea Guolo e Gian Omar Bison
(ed. Franco Angeli - marzo 2009)
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