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Guardate qui, nel Mille i bovini pascolavano in Appennino

18/03/2009
– La notizia arriva in redazione sabato pomeriggio. Dall’altra parte del telefono lo storico medievalista reggiano Arnaldo Tincani, autore del romanzo di recente uscita “Matilde. Il calice e la spada”.

“Quella che sarà celebrata venerdì e sabato prossimi, a Castelnovo e Marola, è una data importante per la scoperta del primo ‘formadio’ in Appennino, ma ora abbiamo anche le prove che i secoli Mille e Millecento furono davvero eccezionali per la nostra storia. Perché posso dimostrare che in Appennino esisteva già da decenni l’allevamento bovino”.

E perché questo sarebbe così significativo?

“E’ molto semplice: perché è solo col latte bovino che si produce oggi il Parmigiano Reggiano, mentre in passato predominava l’allevamento di pecora. Ma poco dopo il Mille accadde qualcosa di diverso, ad esempio, alla vicina Toscana”.

Cosa?

“Che si iniziò diffusamente ad allevare il bovino anche per la mungitura (e non solo per il lavoro), come ben documento in questi anni con la valorizzazione della pergamena di Marola, secondo la quale il 13 aprile del 1159 tre fratelli di Fromobolara di Carpineti pagarono terre in affitto al monastero con denari, merci e ‘tres aporto de formadio’. Nel nostro comprensorio – rileva lo storico - è la citazione più antica, come ha segnalato in questi anni Gabriele Arlotti, in cui compare la parola ‘formadio’”.

E le sue scoperte, quali sono?

“Documentandomi in questi giorni ho rilevato come a Carpineti, nel 1010 esisteva una località di nome Vaccarezza citata nella cartula iudicati conservata nell’Archivio della Cattedrale la cui etimologia del borgo rimanda all’allevamento bovino in maniera massiva”.

Tutto qui?

“No. A Sud Ovest di Marola c’è Boastra, dove nel 1130, rivela lo storico Milani, c’era terra lavorativa e nel nome è facile riscoprire l’allevamento del bestiame e, in questo caso, per un grande allevamento di tori. Ma sempre quassù c’era un’altra località di nome Mandra, nella Valle del Tresinaro, citata per la prima volta il 21 marzo 1057: 902 anni fa, 102 anni prima della pergamena di Marola”.

“Sapevamo della presenza dell’allevamento bovino – spiega Arlotti che sabato al convegno internazionale di Marola parlerà proprio della pergamena del ‘formadio’ – ora grazie alla scoperta di Tincani abbiamo date e riferimenti precisi. Il Mille e il Millecento dimostrano la grandiosità di questi secoli in pieno Medioevo: se Ken Follett, autore di romanzi storici famoso in tutto il mondo, conoscesse il nostro Appennino potrebbe ambientarvi qualche vicenda degna del successo de ‘I pilastri della Terra’ o ‘Mondo senza fine’”.

Nel concreto questa evoluzione cosa ha comportato?

“Che sarà proprio il Parmigiano Reggiano – dice Arlotti -, a partire dal Milleottocento, a garantire un’economia rurale molto più forte da noi che in altre zone d’Italia. Solo dopo arriveranno l’industria e i servizi. Ecco perché l’Emilia è oggi come la conosciamo”.

E Bibbiano cosa centra?

“L’Abbazia di Marola aveva larga disponibilità di pascoli in Appennino – riprende Tincani -, tanto che le opere dei monaci benedettini testimoniano qui la presenza di grossi allevamenti animali, ben oltre il criterio riduttivo di sussistenza familiare. E’ chiara una produzione di latte vaccino che veniva poi trasformato in formadio. Ma sono proprio le conoscenze in agricoltura e la necessità di allargare l’orizzonte ‘imprenditoriale’ che già in antichità spinsero i benedettini dell’abbazia di Marola ad entrare in relazione con le fertili terre del circondario di Corniano, Gambarotta, Bibbiano, San Polo, Quattro Castella, dove i monaci possedevano anche un molino, ampiamente documentate nel Millecento”.

Ricordiamo in anteprima, alle 20.30, venerdì la proiezione del filmato “Sulle tracce di un Re”, con la regia di Ubaldo Montruccoli, al Teatro Bismantova di Castelnovo Monti. La proiezione del film sarà preceduta da caminetto letterario condotto da Ercole Leurini, giornalista e voce narrante, e con, intervistati, Ubaldo Montruccoli, regista, Clementina Santi, assessore alla cultura, Afro Rinaldi, assessore all’agricoltura, Enrico Bini, presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia, quindi il convegno internazionale di sabato mattina a Marola “850 anni, formadio” con relatori da Italia e Francia per parlare della pergamena di Marola.

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Pietro Ferrari

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