Fare della Riviera Friulana una terra da tartufi? Probabilmente il territorio rivierasco del Friuli Venezia Giulia lo è già. Ma pochi fortunati lo sanno e fruiscono di questa prelibata caratura dei terreni. Sì, perché nei resti di quella che anticamrente era chiamata dai romani la ‘silva lupanica’, che ricopriva la pianura veneto-friulana dal Livenza all’Isonzo, si cela l’habitat ideale affinchè le spore del Tuber Magnatum Pico, alias tartufo bianco, la specie più pregiata di questa formazione fungina, micorizzino nelle radici di talune essenze arboree. Dando vita al tartufo. Se ne sono accorti da tempo gli appassionati di Muzzana del Turgnano (Udine), che hanno costituito l’associazione ‘Muzzana amatori tartufi’. Probabilmente avviati a questa passione, alla passione per la ricerca dei tartufi, dall’attività venatoria, magari praticata con i cani, non se ne sono più riusciti a staccare, soprattutto dopo avere ottenuto i primi insperati risultati. Ovvero avere ritrovato i primi esemplari di tartufo. Infatti, la ricerca del prezioso carpoforo avvince, crea dipendenza, entusiasma, motiva come ogni pratica sportiva. E’ infatti una sorta di caccia al tesoro, anche perchè, viste le quotazioni sul mercato di diverse migliaia di euro al chilogrammo, ogni rinvenimento val bene una grande festa. Ma come tutti i veri appassionati, gli appartenenti al ‘Muzzana amatori tartufi’ non potevano tenere per sé questa ricchezza. Ancorchè esistente sul loro territorio. E avendo compreso che la presenza del tartufo bianco costituisce una ricchezza e un grande richiamo per il suo potenziale turistico e agroalimentare, con al collaborazione del Comune e della Provincia di Udine hanno realizzato uno splendido Dvd, descrittivo e didattico, esaustivo di tutte le cuorisità che ruotano attorno al pianeta tartufo. Il video è stato presentato al centro civico di Muzzana del Turgnano dal presidente dell’associazione, Vittorino Gallo, nel corso di un simposio aperto dal commissario straordinario del Comune, Silvano Pizzamiglio. L’assessore all’Agricoltura della provincia di Udine, Daniele Macorig, ha collocato il tartufo bianco tra le ‘ricchezze del territorio’, all’interno dello scrigno dei sapori di questa terra. Poco conosciuto e utilizzato dalla cucina locale, forse perché a pochi davvero era capitato di comprendere come questa formazione fungina attecchita alle radici potesse arricchire pietanze anche tra le più semplici, facendone piatti da re. Non poteva mancare al simposio Gianluigi Gregori, del centro sperimentale di tartuficoltura delle Marche, di San Giovanni in Vado, il luminare del settore. Egli ha sollecitato autorità e agricoltori, ma anche gli appassionati, a creare le condizioni per favorire la diffusione, anche la ‘coltivazione’ del tartufo nei terreni rivieraschi. Perché basta poco, basta tenere ripuliti i terreni e le piante dalle formazioni di edera che soffocano la formazione dei tartufi, e allontanare gli animali selvatici che se ne nutrono, per fare della Riviera Friulana una vera terra di tartufi. Così come è necessario preservare e mantenere i resti della Selva lupanica ancora presenti nella Riviera, taluni di proprietà pubblica, altri privata, per disporre di una sorta di grande orto naturale del tartufo. Da qui, ha concluso il presidente regionale della Stampa Agricola, Carlo Morandini, a trasformare la Riviera nella Alba friulana, riferita alla cittadina piemontese nota al mondo per i tartufi raccolti nelle sue terre, il passo è breve. D’altro canto la Regione ha già fatto la sua parte. Promulgando diversi anni fa una legge regionale che istituisce l’albo, e il patentino, per i raccoglitori di tartufi. Si tratta forse ora di finalizzare interventi pubblici soprattutto nella comunicazione, per fare lievitare l’attenzione e l’aspettativa per il tartufo bianco friulano. Che secondo Gregori nulla a da invidiare a quelli più conosciuti. Occorre creare una sinergia tra i produttori, o i raccoglitori, il mondo della ristorazione e della comunicazione. Per creare anche i piatti e gli abbinamenti enologici atti a fare del tartufo bianco friulano un elemento cardine della ricerca dei gourmet e degli enoturisti. Il tartufo, dunque, quale ulteriore motivo di attrazione del retroterra delle grandi spiagge del Friuli Venezia Giulia, ideale integrazione all’attrazione turistica e alla vocazione del territorio. Il video sul tartufo bianco pregiato nella Bassa friulana è stato realizzato da Roberto Castellano.
ARGA-F-VG via Dante, 80/2 33037 Pasian di Prato (Ud) Italy
Tel.: 0039 335 370816
Sito: www.argafvg.it
Email: argafvg@email.it
Skype: charliesette