Pasqua: il primo uovo all'olio di oliva al Vinitaly
La realizzazione del dolce simbolo della Pasqua con l’insolita unione tra due dei prodotti piu’ amati dagli italiani, dimostra la grande capacità degli imprenditori agricoli di conciliare l’innovazione con il rispetto delle tradizioni, che - sottolinea la Coldiretti - è alla base del successo del Made in Italy sulle tavole di tutto il mondo.
L’uovo di Pasqua di cioccolato fondente all’olio di oliva ha - precisa la Coldiretti - un profumo intenso con i sapori che si fondono piacevolmente nel palato in un mix speciale che lascia un delicato retrogusto. Una volta terminato l’uovo non finiscono però le sorprese grazie al regalo nascosto all’interno: una ottima bottiglia di olio di oliva da consumare anche dopo le feste.
L’iniziativa - sottolinea la Coldiretti - ha anche l’obiettivo di festeggiare l’arrivo dell’obbligo di indicare l’origine dell’extravergine in etichetta per impedire di spacciare come Made in Italy l'extravergine ottenuto da miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine, senza alcuna informazione per i consumatori a partire dal 1 luglio, secondo quando deciso dall’Unione Europea grazie al pressing della Coldiretti.
L'estensione dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle olive impiegate nell'extravergine in tutti i paesi europei è - sottolinea la Coldiretti - una risposta coerente alla necessità di garantire la trasparenza alle scelte di acquisto dei consumatori comunitari e di combattere le truffe.
Una necessità per un paese come l'Italia che nel 2008 - stima la Coldiretti - ha importato quasi 500 milioni di chili di olio di oliva che in assenza di etichettatura si “confondono” con la produzione nazionale che è stata pari a poco piu' di 600 milioni di chili, in aumento del 10 per cento rispetto allo scorso anno e di alta qualità. Una situazione che - continua la Coldiretti - ha avuto un forte impatto negativo sui prezzi pagati agli agricoltori che sono crollati del 30 per cento al di sotto dei costi di produzione mettendo a rischio il futuro del settore.
La norma per l'indicazione di origine in etichetta consente di verificare oltre al marchio la reale origine delle olive impiegate e quindi anche di valorizzare gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all'ambiente. L'Italia - conclude la Coldiretti - è il secondo produttore europeo di olio di oliva, con due terzi della produzione extravergine e con 38 denominazioni (Dop/Igp) riconosciute dall'Unione Europea, che sviluppano un valore della produzione agricola di circa 2 miliardi di Euro e garantiscono un impiego di manodopera per circa 50 milioni di giornate lavorative.
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