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Micotossine, soluzione: prevenzione

09/04/2009
Le micotossine sono sostanze dannose per la salute dell’uomo e degli animali (alcune sono classificate come cancerogene), prodotte da funghi (muffe) in modo del tutto naturale. Gli esperti di Veneto Agricoltura, Regione, Università di Padova e ARPAV, riuniti da Veneto Agricoltura a Legnaro (PD), si sono incontrati per condividere i progetti realizzati nei campi sperimentali regionali e i risultati dei monitoraggi effettuati nella produzione regionale di mais. Dall’incontro è emersa la conferma che, attualmente, le uniche possibilità di contenere lo sviluppo di alcune micotossine, tra cui le fumonisine, sono limitate all’applicazione delle BPA (Buone Pratiche Agricole, ovvero l’insieme delle tecniche di produzione che consentono di conseguire buoni risultati di resa e qualità senza forzare eccessivamente l’utilizzo di mezzi tecnici, rispettando l’equilibrio delle colture) così come previsto dalla Raccomandazione CE (583/2006).

Tuttavia l’andamento climatico può sensibilmente attenuare i vantaggi derivati dall’applicazione delle BPA. Infatti un clima più umido e fresco può favorire lo sviluppo delle fumonisine, soprattutto nella granella del mais, coltura tra le più estese nella Pianura Padana.

In genere le micotossine sono molecole stabili che non vengono degradate in misura significativa dai normali processi di trasformazione adottati per la produzione di alimenti per l’uomo e di mangimi per animali, pertanto esiste il rischio di contaminazione.

Per questo motivo la UE ha recentemente predisposto un regolamento (Reg. CE 1126/2007) che fissa la soglia massima tollerata per queste sostanze nel mais destinato all’alimentazione umana, mentre per i mangimi sono state emanate delle Raccomandazioni (Racc. CE 576/2006).

Sulla base di queste normative e come risulta dal monitoraggio quinquennale svolto nella nostra Regione anche da Veneto Agricoltura, una importante quota della granella prodotta non è adatta per l’alimentazione umana e per la formulazione di mangimi destinati alle specie animali più sensibili (equini, suini).

Una possibilità di migliorare il controllo della contaminazione da fumonisine può derivare dalla lotta diretta contro il Fusarium verticillioides che ne è il principale produttore. Gli interventi di lotta diretta oggi non sono ancora possibili, ma vengono attivamente studiati e già si possono intravedere interessanti possibilità di impiego, soprattutto se tali interventi vengono integrati con le BPA.

Nell’ambito della lotta diretta, ottimi risultati potranno essere ottenuti impiegando il Trichoderma (un fungo) o il Bacillus subtilis (un batterio) entrambi antagonisti dello sviluppo del Fusarium.

Il C.Ufficio Stampa

Mimmo Vita

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