Coldiretti Verona: cacciamo le nutrie!
«La presenza delle nutrie – spiega Mauro Donda, direttore di Coldiretti Verona – ha effetti altamente negativi nel settore agricolo. Questi animali danneggiano le colture, deteriorano gli argini delle migliaia di chilometri di canali che attraversa la campagna e le rive dei corsi d’acqua provocando pericolosi cedimenti al transito di mezzi agricoli e trattori. Disturbano le altre specie della fauna acquatica, senza dimenticare il pericolo per la salute umana. Sono infatti, portatori di leptospirosi».
All’allarme lanciato da Coldiretti si aggiunge quello dei Consorzi di bonifica, alle prese annualmente con la sistemazione dei canali danneggiati dalle nutrie.
«Sono un vero e proprio flagello, che aumenta ogni anno» spiega Flavio Leso, Presidente dei Consorzi Riuniti. L’ente è impegnato nell’arco dell’anno in almeno un centinaio di interventi per tappare i fontanazzi provocati dalle nutrie, con picchi di tre interventi a settimana nei periodi di irrigazione. «Questi animali costruiscono le loro tane lungo gli argini, trovando l’habitat naturale in terreni molto fragili, soprattutto nella bassa pianura. Minano dall’interno la struttura degli argini, ponendo seri problemi di sicurezza idraulica. Quando si verificano ondate di piena si infatti è più facile che gli argini possano cedere. Nelle aree dove i canali sono pensili, come il Tartaro a Vigasio ad esempio, eventuali esondazioni coinvolgerebbero anche i centri abitati».
La nutria non è una specie autoctona, ma ha trovato le condizioni ideali di adattamento nella bassa pianura veronese e in prossimità di canali e risorgive, tanto da colonizzare in pochi anni i corsi d’acqua e le zone umide dell’intera pianura.
È una specie invasiva, molto prolifica e non minacciata da altri animali poiché esterna all’eco-sistema locale. La nutria è una vera e propria macchina da guerra: arriva a variare il sesso dei nascituri in funzione della distribuzione dei sessi tra la popolazione. Se ci sono poche femmine, le nidiate sono a prevalenza femminile, ad esempio.
«Il vigente ordinamento faunistico venatorio – conclude Donda – non contempla la nutria nell’elenco delle specie cacciabili, di conseguenza gode di uno status di protezione. E’ soggetta ai piani di autocontrollo della provincia e della regione per le specie di fauna selvatica che causano gravi problemi. Negli ultimi anni, anche su sollecitazione e collaborazione di Coldiretti, gli abbattimenti e le catture sono aumentati dai 9000 circa del 2007 ai quasi 17000 nel 2008. Tutto l’impegno profuso per contenerne l’eccessiva proliferazione con la collaborazione di agricoltori, cacciatori, ambiti di caccia e Provincia non va purtroppo nemmeno a lenire i gravi e reiterati danni causati da questi animali.
Occorre, quindi prioritariamente intervenire e già lo stiamo facendo nei tavoli di discussione nella normativa specifica a livello nazionale paragonando la nutria alle talpe ed ai ratti, cioè i topi, con misure piu’ efficaci e specifiche da applicarsi sull’intero territorio in modo da rendere la specie cacciabile per il soddisfacimento di un primario interesse pubblico,la sicurezza, e per la difesa del reddito agricolo”.
Coldiretti Verona