La presenza e l'uso degli animali nella cura o nell'assistenza di pazienti di vario genere (bambini, anziani, persone con problemi relazionali), detta “Pet Therapy”, fa oramai parte delle nuove frontiere che la medicina sta percorrendo. Prima in Italia a credere in questa terapia fu la Regione del Veneto che, nel 2005, emanò una specifica legge che ne promuoveva la conoscenza, lo studio e l'utilizzo. Oggi, sempre il Veneto, compie un ulteriore passo avanti, con al costituzione di una vera e propria “Rete”, la “Net Pet Therapy”, che è stata presentata all'Azienda Ospedaliera di Padova, alla presenza, tra gli altri, dell'Assessore regionale alla sanità Sandro Sandri, dei Direttori generali dell'A.O. padovana Adriano Cestrone, dell'Ulss 16 di Padova Fortunato Rao, dell'Ulss 20 di Verona Giusy Bonavina, e del Direttore dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie Igino Andrighetto. La nuova rete, coordinata dall'Ulss16, sarà composta dallo Zooprofilattico, dalla Clinica Pediatrica dell'Azienda Ospedaliera, dalle Ulss 20 di Verona, 12 di Venezia, 6 di Vicenza, 1 di Belluno, 9 di Treviso, 4 di Thiene, 7 di Pieve di Soligo, 21 di Legnago, e dall'Istituto Don Calabria di Verona, che fu tra i primi ad applicare questo tipo di terapia. Lo scopo di Net Pet Therapy è quello di unire le numerose esperienze nate nel tempo in tutto il Veneto (tra pubbliche e private se ne contano 57), integrarle tra loro attraverso la rete, monitorare, sperimentare e validare tali esperienze, arrivando alla realizzazione di Linee Guida e di un vero e proprio Manuale Operativo per gli operatori sanitari e sociali. Naturalmente, è stato sottolineato oggi, il valore terapeutico dell'uso degli animali sta nella relazione che si instaura con la persona e negli stimoli che per quest'ultima ne derivano. “E' ormai assodato – ha sottolineato Sandri – che l'utilità di questa terapia va ben oltre la sempre piacevole compagnia di un animale e, visti i risultati ottenuti con le sperimentazioni, è il momento di fare un passo avanti, a cominciare dal rendere queste pratiche ben conosciute sia tra la gente che tra gli operatori. Di sicuro si tratta di un altro modo concreto di migliorare la qualità della vita dei nostri pazienti, e la Regione fa la sua parte con convinzione, a cominciare dal finanziamento di 260 mila euro assegnato a questo progetto”. Nel corso della presentazione sono anche stati resi noti alcuni sorprendenti dati scaturiti dal lavoro già fatto sul campo a Padova. In un biennio sono stati trattati circa 250 bambini che, osservati dagli operatori, di fronte all'animale (cani, conigli, furetti i più “gettonati”) dimostravano “gioia”, “curiosità”, “allegria” in oltre il 95% dei casi. Solo nel 18% è emersa una certa “diffidenza”, superata peraltro in pochi minuti. Il 100% dei genitori di bimbi che hanno vissuto l'esperienza ha dichiarato che acconsentirebbe a ripeterla anche in più cicli.