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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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I Consorzi Riuniti di Verona aprono i “rubinetti dell’acqua”

16/04/2009
La primavera sboccia, la natura è in piena ripresa e i campi, dopo il caldo e il vento di questi giorni chiedono acqua. Si avvia la stagione irrigua: dal 16 aprile, i Consorzi Riuniti di Verona, l’Agroveronese Tartaro Tione, l’Adige Garda e il Valli Grandi e Medio Veronese iniziano a derivare l’acqua dal fiume Adige. Difficile fare previsioni per l’estate 2009, ma l’abbondante neve sui monti dell’Alto Adige e le precipitazioni che hanno caratterizzato l’intero inverno, lasciano ben sperare.

La rete di canali e corsi d’acqua di competenza, tra zona irrigua e zona della bonifica, dei tre consorzi è lunga 3936 chilometri e raggiunge circa i due terzi ettari della superficie coltivata scaligera. Ci vuole qualche giorno perché l’acqua vada a colmare tutti gli invasi, per cui già da qualche giorno il sistema di gestione informatizzata delle paratie, inizia ad aprire “i rubinetti”.

I Consorzi Riuniti di Verona hanno scelto la turbina del Chievo, un capolavoro dell’ingegneria idraulica che ha più di un secolo di vita, perché è un pilastro simbolico delle funzioni dei Consorzi: distribuisce l’acqua alla campagna nel completo rispetto dell’ambiente.

“I Consorzi di bonifica – spiega il presidente dei Consorzi Riuniti di Bonifica, Flavio Leso, vanno sempre più assumendo un ruolo cruciale nella gestione del territorio: la preservazione della rete irrigua e di bonifica ha una doppia valenza di sicurezza idraulica e conservazione dell’ambiente”.

La turbina solleva l’acqua senza l'impiego di alcun tipo di energia, solamente sfruttando il principio meccanico della Spinta di Archimede e la distribuisce su 350 ettari della campanea major veronese. I centinaia di chilometri di canali di irrigazione che si dipanano dai due canali principali, in uscita dalla turbina del Chievo, hanno consentito al Conagro di sottrarre ad una condizione di perenne aridità la campanea maior nei dintorni del Comune di Verona, prima vocata al solo pascolo. Ora, invece sede di coltivazioni specializzate, quali frutta e ortaggi.

“E’ fondamentale, per evitare inutili sprechi, la gestione delle paratie che regolano i flussi in funzione dell’andamento climatico – spiega il Presidente del Conagro, Flavio Leso – forse non tutti sanno che essi sono regolati in modo da non distribuire acqua, quando è piovuto o se il clima è particolarmente umido e non si rende necessario irrigare”.

Sempre in tema di conservazione della preziosa risorsa acqua è fondamentale l’apporto dei Consorzi di bonifica, che lavorano per fornire una rete idrica efficiente, promuovono politiche di razionalizzazione dei consumi e si adoperano per la difesa del suolo e la gestione delle risorse idriche. “Se consideriamo – spiega Antonio Tomezzoli, Presidente del Consorzio Valli Grandi e Medio Veronese che ogni ettaro incolto o cementificato aumenta le difficoltà di gestione idraulica del territorio, capiamo a quali pericoli vada incontro il nostro territorio. Purtroppo le risorse cui si può attingere per la prevenzione, che deii dissesti naturali sono pari solo al 5% del reale fabbisogno indicato dal Ministero dell’Ambiente. La difesa del suolo continua a non essere riconosciuta tra le priorità del Paese, nonostante la sicurezza territoriale sia un indispensabile fattore per qualsiasi ipotesi di sviluppo. A chiudere queste falle pensano, dunque, i Consorzi di bonifica». Stando ai dati dei Censimenti, nel 1990 la Superficie Agricola Utilizzabile (Sau) del Triveneto era pari a 1,56 milioni di ettari: il 39% dei 3,98 milioni di ettari di superficie complessiva. Nel 2003 le aree coltivate sono diminuite del 14%: 216.789 ettari in meno. Se continua questo trend, nel solo Veneto, nel 2013, saranno sparite aree pari alla superficie coltivata di Sicilia e Sardegna.

Nel Nordest si sono spesi 789 milioni di euro dal 1998 al 2005 per opere di bonifica e difesa del suolo. Il Ministero dell’Ambiente, ancora nel 2003, ha stimato un fabbisogno di 6,1 miliardi per la lotta al dissesto idrogeologico nelle tre regioni.

Accanto al mantenimento delle reti, prosegue lo sforzo dei consorzi per partecipare alla programmazione degli interventi di sicurezza idraulica sul territorio

« La funzione di bonifica e quella irrigua sono le mansioni storiche dei Consorzi, cui si aggiungono opere per la messa in sicurezza della rete, per far fronte a calamità, esondazioni, allagamenti e quant’altro. I Consorzi - commenta Angelo Venturelli, Presidente del Consorzio di Bonifica Adige Garda – partecipano attivamente alla Pianificazione territoriale collaborando con il Genio Civile Regionale per fare in modo che i nuovi insediamenti, residenziali e produttivi, consentano l’invarianza idraulica. In ultimo, ma non meno importante, è il ruolo che esercitano nella tutela e nella salvaguardia ambientale, in termini di rispetto degli habitat e di sicurezza per l’uomo. I risultati sono più che soddisfacenti anche se il rapporto tra costi e benefici è ancora suscettibile di ampi margini di miglioramento”.

Per il risparmio dell’acqua i Consorzi si impegnano in molteplici direzioni. L’acqua distribuita all’agricoltura tuttavia non si deve considerare uno “spreco”, poiché in realtà compie una duplice azione: irriga le campagne e, penetrando nel terreno, rispunta a valle arricchendo risorgive e fiumi, utili per l’irrigazione delle zone più a sud. Il ciclo dell’acqua per la campagna scaligera, pertanto, non comincia con le piogge che si verificano nel veronese, ma con quelle che avvengono più a nord, in Trentino Alto Adige.

Le precipitazioni sui rilievi alpini nella valle dell’Adige alimentano la portata del fiume. L’Adige scende quindi da Bolzano alla provincia di Verona. All’altezza delle prese, attraverso la rete di canali che da quello principale si dirama capillarmente, raggiunge l’alta pianura veronese. Il terreno irrigato qui è molto magro, costituito per lo più da ghiaia, e lascia penetrare l’acqua, che entra nelle falde dell’alta pianura e scende a valle, per rispuntare dalle risorgive della bassa veronese, dopo alcuni mesi.

Il Consorzio Adige Garda ha sede a Verona e copre il territorio scaligero del quadrante nord occidentale, dalle pendici del monte Baldo e della Lessinia, con il lago di Garda ad ovest e i confini della Valpolicella ad est, estendendosi a sud sull'alta pianura veronese, sino a Valeggio sul Mincio. Si estende su una superficie di 44.719 ettari, nelle province di Verona e, in minima parte, di Mantova. Su tale aree insistono 27 comuni.

Il Consorzio Agro veronese Tartaro Tione ha sede a Verona e si estende dal comprensorio villafranchese fino a San Giovanni Lupatoto e Zevio. Serve l’area sud-occidentale della provincia, da Sommacampagna a Valeggio, fino alle risaie di Isola della Scala, passando per il Comune di Verona. Si estende su una superficie di 52.975 ettari, nelle province di Verona e Mantova. I Comuni ad esso afferenti sono 24.

IL Consorzio Valli Grandi e Medio Veronese ha sede in Legnago e si estende su una superficie di 61.296 ettari, nelle provincie di Verona, Rovigo e con una piccola porzione anche nella provincia di Mantova. I Comuni interessati sono complessivamente 25. Ricopre il territorio in destra Adige compreso tra i Comuni di San Giovanni Lupatoto a nord, e Badia Polesine a sud.

La rete di canali e condotte dei tre Consorzi raggiunge circa i due terzi della superficie coltivata scaligera. L’acqua vi scorre anche grazie alla costante collaborazione tra le due Province Autonome di Trento e Bolzano, la Regione Veneto, l’Autorità di Bacino e i gestori dei serbatoi lungo l’asta dell’Adige, che cerca di garantire un equilibrio costante tra le esigenze delle Centrali Elettriche e quelle agricole e civili.

Consorzio di Bonifica Adige Garda, P.zza S.Niccolò 3, 37121 Verona – Tel. 045 800 26 20

Consorzio di Bonifica Agro Tartaro Tione, P.zza S.Niccolò 3, 37121 Verona – Tel. 045 800 43 92

Consorzio di Bonifica Valli Grandi e Medio Veronese, Via Meucci 15, 37048 - San Pietro di Legnago (Vr) – Tel.0442 63 41 11

Responsabile Ufficio Stampa: Maddalena Faedo

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