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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

Agenzia giornalistica, radiotelevisiva e di comunicazione

Senzo

22/04/2009
Scoperto da Duke Ellington nel 1963, il sudafricano Abdullah Ibrahim (allora si faceva chiamare Dollar Brand) ha segnato in modo profondo il corso del pianoforte nel jazz moderno. Il suo stile lirico ed ipnotico crea ancora una profonda suggestione negli ascoltatori, specie quando, come in questo caso, si esibisce in completa solitudine. La sua esibizione al Teatro Toniolo - unica di questo tour nel Nord Italia, davvero preziosa quindi - rappresenta un appuntamento imperdibile per gli appassionati. Il suo disco più recente, "Senzo" - con cui é tornato, dopo qualche anno, alla prediletta formula del piano-solo - ha raccolto consensi pressochè unanimi fra i critici e gli addetti ai lavori. Alla veneranda età di 75 anni, Ibrahim non sembra sentire il peso di oltre mezzo secolo di carriera professionale, e continua a portare la sua musica in giro per il mondo con l'entusiasmo e la passione degli esordi. Questo é il secondo appuntamento con la rassegna "Musica e Linguaggi", dedicata quest'anno al pianoforte e promossa come di consueto dal Settore Attività e Produzioni Culturali del Comune di Venezia con la collaborazione del circolo Caligola.

Città di Venezia

Beni, attività e produzioni culturali - Teatri e Spettacoli

Caligola Circolo Culturale

Casinò di Venezia

MUSICA e LINGUAGGI 2009

PIANO JAZZ

venerdì 24 Aprile

ABDULLAH IBRAHIM

"SENZO TOUR"

Abdullah Ibrahim, pianoforte

Unica data nel Nord Italia

MESTRE (VE), TEATRO TONIOLO

P.tta Cesare Batttisti, inizio ore 21.00

Posto unico numerato € 22

Prevendite:

Teatro Toniolo, Mestre (Ve), tel. 041.971666 (h. 11.00/12.30; 17.00/19.30)

Vendita on line con Vivaticket by Charta, www.vivaticket.it, Call Center 899666805; Circuito Box Office, tel 041.2719090, www.boxofficeitalia.com

Informazioni:

Servizio Teatri e Spettacolo, tel. 041.3969220/230, www.teatrotoniolo.info; Caligola, tel./fax 041.962205, www.caligola.it, cell. 335.6428695.

Nato a Città del Capo nel 1934, Adolph Johannes Brand ricorda di aver ascoltato sin da bambino canti tradizionali africani, musica sacra e jazz. Prende le sue prime lezioni di piano nel 1941 e diventa musicista professionista nel 1949. Nel 1959 collabora con il sassofonista Kippi Moeketsi, grazie al quale decide di dedicare la propria vita alla musica. Sposa una cantante di jazz, Sathima Bea Benjamin. Nel 1962 Dollar Brand (così si fa chiamare) compie un tour in Europa in trio con Johnny Gertze e Makaya Ntshoko.

Il caso vuole che Ellington lo ascolti una sera all’Africana Club di Zurigo e venga subito catturato dal suo stile originale. Gli produce una seduta di registrazione, ed il disco, «Duke Ellington presents the Dollar Brand Trio», riscuote imprevisti e larghi consensi. Sulla scia del successo ottenuto il trio partecipa, fra il 1964 e il 1965, ai maggiori festival jazz europei ed a molte trasmissioni radio–televisive. Nel 1966 il pianista sudafricano dirige, anche se solo in qualche concerto, la Duke Ellington Orchestra. A partire dal 1969 Brand si esibisce sempre più spesso come solista. I suoi lunghi monologhi al piano–solo, ipnotici e suggestivi, influenzano molto il primo Keith Jarrett.

A metà degli anni ’70 Adolph Johannes “Dollar” Brand si converte all’Islamismo e cambia il proprio nome con quello di Abdullah Ibrahim. Decide quindi di tornare in Sudafrica, ma non vi resiste più di un anno. Nel 1976 è nuovamente a New York. Durante gli anni ’80 e ’90 compie frequenti tournée in ogni angolo del mondo ed incide molti dischi, da solo, in trio o con una formazione allargata, l’Ekaya Band. Spesso suona anche in duo, a fianco di Gato Barbieri negli anni ‘60, di Carlos Ward nei ’70 e dal 1997 con Max Roach. Ibrahim ama scrivere musiche per il cinema. Nel 1988 compone la colonna sonora del film “Chocolat”; e più recentemente lavora alle musiche di “No Fear, No Die”. Dal 1990 vive in Sudafrica, anche se continua a risiedere per lunghi periodi a New York.

Nel 1998 alcune sue composizioni vengono arrangiate per orchestra d’archi dal compositore svizzero Daniel Schnyder. Dopo esser state eseguite in concerto con importanti orchestre sinfoniche europee, le musiche vengono finalmente registrate e pubblicate in un disco, «African Suite» (1999), che riceve elogi sia dalla critica jazz che da quella di parte classica.

A quattro anni dall’ultimo album, Abdullah Ibrahim torna con un disco di piano–solo che ha un significato per lui molto particolare. «Senzo» significa infatti “antenato” in giapponese, ed al Giappone da sempre il pianista è molto legato. Come se non bastasse, Senzo è anche il nome di suo padre. Qualcosa di più che una semplice coincidenza. Anche in quest’incisione Ibrahim fonde mirabilmente nel suo pianismo la cultura musicale africana con il jazz di Thelonious Monk e Duke Ellington.

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