Rischio idrogeologico: VIII Commissione approva risoluzione
Il documento impegna il Governo ad “intraprendere le occorrenti iniziative, anche di natura normativa volte a promuovere, sostenere ed attuare un organico programma di interventi diretti principalmente alla prevenzione del rischio idrogeologico ed alla manutenzione del territorio ed in tale ambito ad individuare confacenti risorse economiche, in particolare effettuando una ricognizione con finalizzazione convergente di quelle esistenti ma allocate in maniera non coordinata tra differenti regie, oppure valutando l'opportunità di autorizzare pertinenti limiti di impegno o mutui quindicennali, tali da permettere un investimento di almeno 5.000 milioni di euro attraverso cui i soggetti competenti ai sensi della normativa vigente in materia di difesa del territorio e tutela dell'ambiente, segnatamente il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, tra cui i Comuni, le Province, i Consorzi di bonifica e le Comunità montane, possano provvedere all'adeguamento ed all'ammodernamento delle strutture deputate alla funzione di regimazione delle acque quali canali, impianti idrovori, sistemazioni, idrauliche, canali collettori, vasche di laminazione, sistemi di consolidamento, ed altre opere con analoghe finalità.”
Nello stesso documento si ricorda come, negli ultimi 80 anni, in Italia si siano registrati 5.400 alluvioni e 11.000 frane, coinvolgendo 70.000 persone e causando danni per 30.000 miliardi di euro nei soli ultimi 20 anni. Attualmente il 60% dei comuni è a rischio idrogeologico molto elevato; il 7,1% del territorio nazionale è classificato a potenziale rischio idrogeologico più alto, comprendendo 13.760 chilometri quadrati di aree franabili, 7.791 chilometri quadrati di aree alluvionabili, 1.544 chilometri quadrati minacciati da possibili valanghe.
La risoluzione sottolinea anche come “la previsione e l'esecuzione di un ampio programma nazionale di interventi relativi alla manutenzione del territorio per prevenire i danni da dissesti idrogeologici potrebbe rappresentare uno strumento fondamentale per concorrere a contenere l'attuale situazione di crisi economica, favorendo investimenti in tutti i settori che si interfacciano con le opere idrauliche e con gli interventi di bonifica.”
“I Consorzi di bonifica – conclude Gargano – si dimostrano, ancora una volta, in sintonia con il Paese, grazie ad un ampio piano di progetti immediatamente cantierabili finalizzati alla manutenzione del territorio e alla riduzione del rischio idraulico.”