Il settore del legno artigiano lancia “Slow Wood”
Una diminuzione pesante, che da sola indica tutta la crisi di uno dei comparti (assieme alla meccanica) che maggiormente ha patito (e continua ancora su questa strada) la più generale contrazione del manifatturiero.
Per questo, per tale difficile congiuntura, il Governo ha deciso di inserire nel Decreto anticrisi alcune misure di sostegno alle aziende del settore del mobile (pensiamo ai contributi di “rottamazione” per l’acquisto di elettrodomestici e mobili). Una scelta utile e interessante, ma che pone anche alcune questioni. Ad esempio: chi beneficerà di tale interventi statali? O meglio, potranno usufruirne anche “multinazionali” o grandi distributori, come l’Ikea (tanto per fare un nome)?
I piccoli imprenditori del legno sono convinti che i sostegni governativi debbano andare soprattutto a quelle aziende che soffrono maggiormente le difficoltà del momento, non certo a grandi gruppi, che hanno la possibilità di trovare autonomamente soluzioni alternative alla crisi.
Al di là di questo, cioè dei provvedimenti e dei destinatari, gli artigiani del mobile e dell’arredamento sono certi che questa difficile congiuntura possa anche essere un’occasione opportuna per avviare nuove strategie e offerte.
“Ad esempio – spiega Donato Pedron, Presidente regionale del Settore Legno di Confartigianato – stiamo lavorando con molto impegno alla proposta “Slow wood”. Di che cosa si tratta? Semplice: come, da qualche tempo, si è affermata la pratica del “mangiare lento” rispetto al “mordi e fuggi”, così vorremmo promuovere il piacere e i vantaggi del “legno lento”, cioè di una cultura dell’arredo e degli acquisti che privilegi mobili di qualità, resistenti, non effimeri, insomma la tradizione del mobile solido”.
“Gli arredi in legno – continua Pedron – sono una parte importante della nostra vita quotidiana, la memoria spesso sta racchiusa nei vecchi armadi, nella credenza della sala da pranzo, magari ereditata dalla nonna. Un mobile che dura è una memoria che si conserva. A questo poi va aggiunto il fatto che ogni territorio ha un suo modo di esprimersi, anche attraverso il legno, anche questo è un patrimonio che vorremmo contribuire a non disperdere”.
Insomma, di fronte alla crisi del settore legno, da parte delle aziende artigiane arriva una proposta culturale, oltre che economica”: lo “slow wood”, il “legno lento” che resiste al tempo. Proprio come quello di una volta.
“Vi sono poi altre considerazioni importanti. – aggiunge Pedron – Come il fatto il “legno solido” risponde a forti criteri di ecocompatibilità, in quanto proprio la sua durata limita gli scarti; a cui si deve aggiungere il fatto che questi arredi sono riparabili e soprattutto rispondono a criteri di “autarchia etica”, poiché valorizzano risorse e culture locali, evitando di incrementare produzione e mercati “globali” non sempre controllabili”.