"In un Paese moderno non è possibile vivere in costante emergenza: per la siccità o per le alluvioni. L'apprensione per le piene dei fiumi, che si sta registrando nelle regioni settentrionali della Penisola, è l’ennesima conferma di ciò che stiamo denunciando da anni: la sicurezza idrogeologica, già precaria in un Paese morfologicamente fragile come l’Italia, è ulteriormente a rischio a causa di fenomeni meteorologici con caratteristiche nuove”: a ricordarlo è Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, che prosegue: “Sono ormai alcuni anni che, in assenza di gravi eventi alluvionali, non sono stanziate in Legge Finanziaria risorse significative per la difesa del suolo. E’ dal 1998 che segnaliamo, inascoltati, la necessità di un piano straordinario di manutenzione della rete idraulica del Paese; allora venne indicata la necessità di un investimento pari a 1500 milioni di euro. Oggi, a fronte della crescente urbanizzazione la situazione è ancora più grave: ormai non è più sufficiente l’adeguamento dell’attuale rete idraulica; è necessario avviare urgentemente il Piano Nazionale degli Invasi, come da tempo chiediamo. Si tratta di piccoli e medi bacini che, posti lungo i principali corsi d’acqua e a monte degli agglomerati urbani, abbinino la funzione di trattenere le acque in eccesso a quella di riserva per i momenti di necessità, con evidenti ricadute anche di carattere ambientale. Una prima indicazione, redatta dai Consorzi di bonifica, segnala esigenze per oltre un miliardo di euro. E’ necessario avviare un processo virtuoso, che ponga la prevenzione al centro dell’azione di tutela del territorio. In questo senso riponiamo molta speranza nell'avvenuta approvazione, da parte della VIII Commissione presieduta dall’ On Angelo Alessandri, Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, di una risoluzione, che impegna il Governo ad “intraprendere le occorrenti iniziative, anche di natura normativa volte a promuovere, sostenere ed attuare un organico programma di interventi diretti principalmente alla prevenzione del rischio idrogeologico ed alla manutenzione del territorio ed in tale ambito ad individuare confacenti risorse economiche pari ad almeno 5.000 milioni di euro.”
Negli ultimi 80 anni, in Italia, si sono registrati 5.400 alluvioni e 11.000 frane, coinvolgendo 70.000 persone e causando danni per 30.000 miliardi di euro nel solo ultimo ventennio. Attualmente, il 60% dei comuni è a rischio idrogeologico molto elevato; il 7,1% del territorio nazionale è classificato a potenziale rischio idrogeologico più alto, comprendendo tra l'altro, 7.791 chilometri quadrati di aree alluvionabili.
Quanto sta accadendo -conclude Gargano- deve, infine, suggerire una riflessione sulle politiche urbanistiche: non sono i fiumi che, esondando, invadono il territorio; siamo noi che, urbanizzando talvolta perfino le golene e le aree di espansione naturale delle acque, li costringiamo entro limiti innaturali: straripando si riprendono quanto la natura ha assegnato loro."
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