Dopo Vicenza e Londra, Palladio approda a Barcellona
Anche a Barcellona la mostra si tiene in spazi d'eccezione: il CaixaForum, un capolavoro di archeologia industriale (una ex filanda), trasformato dalla "archistar" giapponese Arata Isozaki nello spazio espositivo per le grandi mostre internazionali che giungono in città.
L'attesa per la mostra palladiana è grande in Spagna, perchè se a Londra l'ultima grande rassegna su Palladio risaliva a oltre trent'anni fa, questa al CaixaForum di Barcellona è la prima in assoluto nella penisola iberica.
Eppure i legami fra il grande architetto veneto e la Spagna sono tutt'altro che recenti: al 1578 risale la prima traduzione in assoluto del trattato I Quattro Libri dell'Architettura che Palladio aveva pubblicato a Venezia solo otto anni prima. Il manoscritto in castigliano sarà esposto in mostra accanto all'edizione a stampa del Primo Libro, edito a Valladolid nel 1625.
L'unico legame documentato fra Palladio e la Spagna è il suo progetto inviato per la chiesa dell'Escorial, di cui si sono perse le tracce. Dal punto di vista delle relazioni internazionali va ricordato che esisteva un filo diretto fra la potente famiglia vicentina dei Vamarana, e la corte di Filippo II, un aspetto cui lo studioso Fernando Marías dedica una specifica, inedita, sezione della mostra spagnola. In quest'ultima saranno mostrati anche i numerosi influssi dell'architetto veneto sull'architettura spagnola fra Seicento e Settecento.
Il "racconto" espositivo è simile a quello di Vicenza e a Londra con i preziosi disegni autografi di Palladio, conservati in larga parte al Royal Institute of British Architects di Londra e alla Pinacoteca Civica di Vicenza, insieme a dipinti, sculture, medaglie, libri, stampe.
Ma rispetto alle precedenti edizioni si segnalano alcune importanti novità: l'influenza di Palladio in Spagna è ribadita da una grande tela di El Greco - L'Immacolata Concezione con San Giovanni Evangelista (Toledo, Museo de Santa Cruz) - il cui sfondo è dominato da uno dei templi romani di Pola come rappresentato da Palladio nei Quattro Libri.
Presenti in mostra anche uno splendido Susanna e I Vecchioni di Paolo Veronese (Madrid, Museo Nacional del Prado), diverso dall'esemplare esposto a Vicenza e a Londra e con sullo sfondo un'architettura palladiana forse ancora più interessante, e un Ritratto di Daniele Barbaro (anch'esso del Prado) dipinto da Tiziano negli anni '40 del Cinquecento, all'epoca dell'incontro fra Barbaro e Palladio nei circoli padovani intorno ad Alvise Cornaro.
Come già a Londra, ma con spazi espositivi più generosi, la mostra si conclude con una sezione dedicata all'influenza di Palladio sugli architetti contemporanei, con filmati, interviste, disegni e fotografie degli stessi protagonisti: da Arata Isozaki a David Chipperfield, da Richard MacCormac a Toh Shimazaki, ai due italiani Aldo Cibic e Alessandro Scandurra.
Alla mostra, che è accompagnata da un ricco calendario di attività didattiche, si affianca uno spazio dedicato a bambini e ragazzi con riproduzioni in grande formato del "Gioco della villa", il gioco di costruzioni proposto per la prima volta a Vicenza dal CISA Andrea Palladio nel 2005, e, alle pareti, studi proporzionali delle architetture palladiane disegnati in vivaci colori da Mauro Zocchetta.
Andrea Palladio
mostra a cura di Guido Beltramini e Howard Burns, con Charles Hind e MaryAnne Stevens
Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio
Royal Academy of Arts, Londra
con la collaborazione del Royal Institute of British Architects
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