Terra Futura
Una convinzione della cui verità profetica la crisi attuale è il segno tangibile, tanto da spingere l’intero sistema a chiedere un cambio di rotta, e che fa di Terra Futura un appuntamento, ora più che mai, di fondamentale importanza e attualità. Soprattutto perché, oltre che puntare il dito contro rischi e squilibri e mettere in rete le numerose realtà impegnate nei diversi ambiti a costruire percorsi verso la sostenibilità, fa conoscere e valorizza le esperienze e i progetti alternativi: di commercio equo, responsabilità sociale d’impresa, finanza etica, agricoltura biologica, diritti umani, ambiente, energie rinnovabili, turismo responsabile,...
Se ne è parlato a Roma, presso la sede FAO, che ha ospitato la conferenza stampa di presentazione della sesta edizione dell’evento, che aprirà fra due settimane. «In questi anni Terra Futura è stato un laboratorio vivacissimo e variegato di idee, progetti ed esperienze dall’efficacia tangibile e misurabile - ha precisato Ugo Biggeri, presidente della Fondazione culturale Responsabilità Etica -. Tra le numerose novità di quest’anno alla Fortezza da Basso ci sarà anche la Prima Borsa delle Imprese Responsabili, la “Green Business Meeting”, nata grazie alla collaborazione e al sostegno della Regione Toscana: workshop specifici e incontri one to one per facilitare l’incrocio fra domanda e offerta dell’economia sostenibile, una sorta di bussola per quegli imprenditori che vogliono dare al loro business un’impronta etica dal punto di vista ambientale e sociale, ma anche per chi vuole conoscere prodotti e servizi».
A Terra Futura – ha ricordato ancora Biggeri – sarà lanciato un vero e proprio “appello per un’economia civile e solidale”, una proposta di riforma dei mercati economico-finanziari che è il frutto di un percorso condiviso da tutti i partner e iniziato proprio a Terra Futura lo scorso anno, su input di Fiba Cisl.
Come ha spiegato Giacinto Palladino, della segreteria nazionale Fiba Cisl: «L’appello, che ha raccolto numerose e significative adesioni, è articolato in venti punti e su quattro linee di intervento: mercati finanziari, fiscalità, legalità, sostenibilità. Chiediamo tra l’altro istituzioni di vigilanza a livello internazionale che garantiscano la trasparenza dei flussi e dei prodotti finanziari in tutta la loro “filiera”, la revisione dei criteri di “Basilea II”, che penalizzano le imprese sociali e quelle sane, un modello di credito territoriale e un sistema in grado di frenare i grandi movimenti di capitale dell’industria della mafia e della illegalità, con la messa a diposizione immediata dei beni confiscati, in favore di iniziative sostenibili; e infine, domandiamo meccanismi di fiscalità premiale che le incentivino». Un documento che gli stessi promotori intendono proporre ai Potenti del mondo in occasione del G8, come traccia di riforma del sistema disegnata dalla società civile.
«Il sistema sinora dominante si è dimostrato evidentemente fallimentare – ha sottolineato anche Fabio Salviato, presidente di Banca Etica –. Le venti principali banche del mondo sono tecnicamente fallite perché i titoli tossici da loro dichiarati hanno un valore che è la metà della loro patrimonializzazione. Inoltre il valore globale dei derivati in circolo è dodici volte e mezzo il PIL mondiale: potrebbero volerci anni per ricostruire un sistema “sano”. Ma è chiaro ormai che la finanza deve essere organizzata, decentrata e in rete. E l’economia deve servire a soddisfare i bisogni veri delle persone». «Il tempo è opportuno – ha concluso -: la società civile è ormai matura per guidare l’Italia fuori dalla crisi e segnare un cambiamento di passo che potrebbe fare da esempio anche oltre i confini nazionali. Dipende tutto da noi e da come sapremo gestire questa occasione».
Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli, ha ricordato come, a partire dal nostro presidente del Consiglio, da più parti arrivi l’invito a non cambiare consumi e stili di vita, mentre Terra Futura incarna il dissenso e la contestazione rispetto a una linea di questo tipo: «La crisi di questo modello economico, derivata dalla logica dell’accumulo, della concentrazione e dell’accaparramento sfrenato della ricchezza, è anche la crisi di un modello sociale, culturale e politico. Ma dobbiamo fare attenzione perché ciò non significa che sia questo tipo di cultura a essere in crisi. E il nostro compito come organizzazioni della società civile, che oggi godono di un largo consenso pubblico, è di presentare la situazione reale con verità. Dobbiamo dimostrare che questa crisi è una forte occasione per far valer il ruolo della società civile responsabile soprattutto a quei soggetti che fino ad ora ci hanno contestato e guardato con logica paternalistica, riconoscendoci di essere i portatori di sani valori ma dall’altra parte additandoci come idealisti. Il terzo settore – e io lo dico da portavoce orgoglioso del Forum permanente – è non solo variegato, ma anche innovativo perché raccoglie tutta l’originalità, la passione e l’intelligenza dei nostri cittadini».
E della necessità di un nuovo modello pratico e culturale ha parlato anche Marco Betti, assessore alla Difesa del suolo e Servizio idrico integrato Regione Toscana: «La green economy è sempre stata derisa da esponenti politici di primo piano – sia di destra che di sinistra -. Ci dicevano che con le energie pulite saremmo stati capaci di ben piccole cose, mentre la vera alternativa rimaneva solo l’energia nucleare, che è poi quello che l’attuale Governo sta perseguendo. Raddoppiando l’eolico, raddoppiando quasi il fotovoltaico e aumentano il geotermico, la Regione Toscana invece non solo dimostra un forte impegno in favore della sostenibilità, ma anche conferma che essa è una validissima risposta alla crisi economica».
«Questa crisi è il fallimento di un modello insostenibile perché basato sulla concezione di crescita illimitata e su un uso indiscriminato delle risorse, nonché sull’idea della solitudine dell’individuo in esasperata competizione con i propri simili - ha dichiarato Paolo Beni, presidente nazionale di Arci -. Come partner di Terra Futura potremmo limitarci a dire “l’avevamo previsto e ora sta avvenendo”, ma non servirebbe a molto. Sono d’accordo sul fatto che per lavorare alle alternative occorra avere il polso della situazione: oggi gli “obiettivi del millennio” si stanno allontanando anche nel Nord sviluppato del mondo – ha aggiunto Beni alludendo alla campagna della Fao -. Aumentano nelle nostre città la povertà, l’emergenza sociale, la disgregazione dei legami e l’imbarbarimento delle relazioni civili. Tutto ciò, purtroppo, è terreno fertile per i totalitarismi. E la vera uscita non è certo il ritorno ai protezionismi in economia da parte dello Stato come qualcuno paventa. Serve un nuovo paradigma basato sull’interdipendenza dei popoli e delle persone, che si costruisce dal basso, partendo dai singoli cittadini e dalla società civile».
Oltre che per un nuovo modello produttivo servono strumenti innovativi anche per garantire un futuro all’ambiente, alla salute e ai diritti umani. Lo ha ricordato Maurizio Gubbiotti, della segreteria nazionale di Legambiente: «Abbiamo bisogno di un nuovo modello energetico, che non sia schiavo dei combustibili fossili e si basi sull’efficienza e la produzione di energie rinnovabili. Fondamentale è anche preservare la biodiversità. Con il nostro impegno, vogliamo contribuire a sciogliere il perverso e deleterio intreccio tra mutamenti climatici, povertà e negazione dei diritti umani che grava su buona parte del Pianeta. E Terra Futura di questo impegno ormai da anni è amplificatore potente e luogo di forte confronto».
Una rete di attori, di esperienze e di progetti, che da poche settimane ha anche una perenne piazza virtuale in cui incontrarsi: Zoes, il social network candidato a divenire punto di riferimento di tutte le iniziative di sostenibilità sociale e ambientale italiane, una sorta di “Terra Futura tutto l’anno”.
Terra Futura è promossa e organizzata da Fondazione culturale Responsabilità Etica Onlus per conto del sistema Banca Etica (Banca Etica, Etica SGR, Rivista “Valori”), Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’Economia Sociale s.c., in partnership con Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente.
Protagonisti dell’ampia e articolata rassegna espositiva, con i loro progetti ed esempi concreti di un vivere diverso, associazioni e realtà del non profit, enti locali e istituzioni, imprese.
Come sempre articolata e importante la proposta del calendario culturale, con convegni, dibattiti e seminari che vedranno intervenire a Firenze numerosi esperti e testimoni provenienti dal mondo della politica, dell’economia e della ricerca scientifica, dal terzo settore, dalla cultura e dallo spettacolo. Diversi e coinvolgenti i laboratori interattivi in cui i visitatori potranno sperimentare le buone pratiche.
Per programma culturale e approfondimenti: www.terrafutura.it
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