Impennata del credito convenzionato nel primo trimestre 2009
Nei primi tre mesi 2009 le richieste di credito giunte ai Confidi sono state, per quanto riguarda il finanziamento della liquidità, 1.094, con un aumento superiore al 46% rispetto alle 745 dello sesso periodo 2008. Crescita anche delle richieste di finanziamento degli investimenti, che da 660 sono passate a 706 (+7%).
Quasi stazionario, invece, l’andamento del breve termine (+2%): le domande sono state 3.990, una novantina in più sull’anno precedente. E anche gli importi, per il breve termine, restano stazionari: 168 milioni, appena sei in più.
Andamento contrastato, invece, per quanto riguarda le domande respinte: restando al medio- lungo termine, quelle per liquidità crescono da 70 a 98, ma quelle per investimenti scendono da 41 a 27.
“Complessivamente, questi dati permettono alcune valutazioni, sia pure provvisorie e da verificare nei prossimi mesi –spiega il presidente Crga, Mario Citron-. Innanzitutto, sembra evidente che siamo di fronte ad un ruolo crescente dei Confidi, per quanto riguarda il credito delle piccole imprese. Un fenomeno che dipende principalmente dalla stretta creditizia in atto, le banche preferiscono non rischiare, anche se il rischio che corrono finanziando le piccole imprese è marginale. Le imprese sanno che, grazie alla garanzia dei confidi, si abbatte il rischio di un rifiuto da parte degli istituti di credito. Guardando all’andamento del primo trimestre, constatiamo anche che aumenta la domanda di credito a medio-lungo termine in particolare però nella componente più legata alle esigenze di liquidità. Il consolidamento dei prestiti a breve termine e le crescenti esigenze di far fronte all’impennata di insoluti e alla dilatazione dei termini di pagamento sono le principali cause del più 65% fatto registrare nel primi tre mesi dell’anno”.
“Un piccolo spiraglio di ottimismo però c’è –conclude Citron-. La tenuta degli investimenti è di per se un dato che merita di essere sottolineato. Sembra proprio che nonostante le difficoltà, o proprio per le difficoltà, le imprese si confrontino ancora sul terreno del futuro. Certo è che gli istituti di credito non sono certo di aiuto in questo. In un regime generalizzato di calo dei tassi di riferimento, le Banche italiane hanno aumentato gli sperad vanificando il possibile beneficio per le imprese. Una situazione talmente palese che sono quasi quotidiani i richiami dello stesso Ministro Tremonti”.
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