Istat: 22,2% delle famiglie fatica ad arrivare a fine mese
Oltre 2 milioni e mezzo di famiglie, il 10,4% del totale, segnalano difficoltà economiche più o meno gravi; risultando essere “potenzialmente” vulnerabili soprattutto a causa di forti vincoli di bilancio, non riuscendo ad effettuare risparmi o sostenere una spesa imprevista di 700 euro.
Un milione e 330mila famiglie, il 5,5% del totale, incontra difficoltà nel fronteggiare i bilanci; la maggioranza di loro si è trovata almeno una volta nel corso del 2007 senza soldi per pagare le spese alimentari, i vestiti, le spese mediche e quelle per i trasporti.
Preoccupante come nel 2008, dopo tredici anni, la crescita degli occupati (183.000 unità) è inferiore a quella dei disoccupati (186.000 unità).
Il principale motivo della perdita del lavoro è la scadenza di un contratto a termine. La perdita del lavoro per licenziamento, tuttavia, registra nel 2008 un incremento del 32% e in due terzi dei casi riguarda gli uomini. Aumentano anche i padri con lavoro part time e atipico ed emerge tra l’altro anche una minore qualità dell’impiego: tra il 2007 e il 2008 i padri con un’occupazione part time, a termine o con una collaborazione sono 17mila in più, quelli con un’occupazione “standard” 107mila in meno, di cui 73mila tra i 35 e i 44 anni.
“Ormai le tasche degli italiani sono sempre più vuote; è necessario che le Istituzioni affrontino con determinazione e in maniera sostanziale gli effetti della crisi economica e trovino delle soluzioni adeguate per sostenere le famiglie più in difficoltà. Il rischio povertà si potrebbe legare indissolubilmente con il sovraindebitamento e di conseguenza, il pericolo di usura che, se sottovalutato, può aggravare ulteriormente la crisi economica e sociale del Paese".
Il Presidente
Carlo Garofolini
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