Progetto veneto contro violenza sulle donne
16/06/2009
“Lìberati dalla violenza. Guarda avanti con sicurezza. Fai la cosa giusta”: sono gli slogan scelti per l’iniziativa di prevenzione e contrasto della violenza nei confronti delle donne, che la Regione lancia in collaborazione con la Commissione per la realizzazione delle pari opportunità del Veneto e con il supporto scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Violenza Domestica (Verona). Il progetto, che prevede nella prima fase la diffusione di 10 mila manifesti e 200 mila pieghevoli con consigli e indicazioni utili per le donne in caso di violenze, è stato presentato a Palazzo Balbi a Venezia dall’assessore regionale Isi Coppola e dalla presidente della Commissione pari opportunità Simonetta Tregnago. I materiali saranno distribuiti presso i medici di medicina generale, i pronto soccorso ospedalieri, le farmacie e i comuni del territorio veneto. Un’indagine realizzata l’anno scorso aveva già evidenziato che il fenomeno è più diffuso di quanto si pensi: il 31,9% delle donne italiane fra i 16 e i 70 anni è stato vittima di forme di violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. Il Veneto ha fatto registrare un dato superiore, pari al 34,3%. Partendo da una conoscenza precisa del fenomeno e da un’esigenza chiaramente espressa dal territorio – ha sottolineato l’assessore Coppola – la Regione ha avviato quest’azione che ha come chiave di lettura fondamentale quella del rispetto dei diritti umani. L’assessore ha fatto presente che i contenuti dei materiali informativi sono stati verificati e condivisi con i soggetti istituzionali più a diretto contatto con le vittime delle violenze (prefetture, questure, procure e tribunali, forze dell’ordine, medici di base e dei pronto soccorso ospedalieri). L’obiettivo è di dare con chiarezza ed efficacia indicazioni concrete su “cosa fare” in caso di violenza, soprattutto in ambito familiare. L’assessore Coppola ha sottolineato la delicatezza del problema e la condizione di grande fragilità in cui viene a trovarsi chi ne è vittima: in Italia risulta che la donna si decide a sporgere denuncia soltanto dopo sette anni di violenze subite dal partner, spesso per paura delle conseguenze sui figli. “Per questo – ha aggiunto - l’approccio della Regione è assolutamente positivo per aiutare le donne a superare i dubbi e dare un senso di libertà, dignità e volontà di chiedere rispetto, avendo le istituzioni a fianco”. La seconda fase del progetto prevede la mappatura entro giugno delle strutture a cui è possibile rivolgersi (ne sono già state censite 165 di cui 65 centri diurni, 14 case di accoglienza e 86 centri per minori) e la realizzazione di un vademecum per gli operatori. Da parte sua Simonetta Tregnago ha fatto presente che a ottobre saranno presentati i risultati di un’indagine sullo stato di benessere delle donne in Veneto, anticipando che una delle domande poste è stata se avessero subito violenza negli ultimi sei mesi o nei mesi precedenti. Oltre il 6% del campione intervistato ha risposto affermativamente. “E’ un problema che dobbiamo affrontare - ha concluso la presidente della commissione - cercando di farlo nel modo migliore e più efficace”.