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Pellet: necessaria certificazione su assenza radioattività

17/06/2009
“E’ assolutamente necessario che in Italia si raggiunga una certificazione anche sulla radioattività sia per la legna da ardere che per il pellet, così come già esiste sul legno per l’edilizia, dato che la legna nel nostro Paese è usata più per scaldare che per costruire”. E’ questa la priorità indicata da Luciano Rossi, Presidente del Gruppo Regionale Fumisti & Spazzacamini aderenti alla Confartigianato del Veneto dopo il caso dei pellet al cesio 137.

“E’ stato divulgata oggi –prosegue Rossi- l’analisi dell’ARPA sul materiale sequestrato che ha chiarito che il pellet contaminato non è pericoloso come materiale inerte mentre le sue ceneri avrebbero una radioattività apprezzabile. In pratica, dato che l’80% del prodotto incriminato è stato bruciato durante l’inverno dalle 700 mila stufe che lo utilizzano, il rischio interessa di più noi operatori che gli utenti finali dal canto loro penalizzati dall’aver acquistato pellet che non brucia”.

Al momento non ci sono notizie sufficienti e non è ancora a disposizione una posizione ufficiale da parte degli organismi preposti. Non è quindi possibile affermare con certezza che la pulizia delle stufe e delle canne fumarie che hanno lavorato nella scorsa stagione, possano recare a chi vi opera problemi di esposizione a radiazioni.

“Mi appello ai colleghi –conclude Rossi- affinchè evitino, in questo momento, inutili allarmismi come incauti quanto costosi acquisti di Dispositivi di Protezione Individuale per l’esposizione a sorgenti radioattive che dovranno essere adottati solo ed esclusivamente su consiglio di specialisti del rischio specifico. Sarà compito degli organismi preposti divulgare le giuste direttive che verranno prontamente divulgate agli operatori”.

Per quanto riguarda l’Italia, la tutela del consumatore sulla qualità del pellet, è garantita dal marchio “Pellet Gold”. Si basa sulla normativa UNI/TS 11263:2007 (Biocombustibili solidi - Caratterizzazione del pellet a fini energetici). Tuttavia nè la UNI TS 11263 , DIN PLUS e Pellet Gold, non prevedono però controlli sulla radioattività del prodotto.

Nel sistema “Pellet Gold” sono stati scelti però parametri chimico-fisici e dendroenergetici molto restrittivi, cercando di elevare quanto più possibile la qualità. Un elemento aggiuntivo introdotto da AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali) per il “Pellet Gold”, non presente in nessun altro sistema di certificazione, è il contenuto di formaldeide (HCHO), fondamentale per poter verificare l’eventuale presenza di materiali in combustione potenzialmente pericolosi per la salute, quali colle e vernici.

Un buon pellet quindi, deve avere delle caratteristiche garantite dal produttore ed allo stesso tempo quest'ultimo deve garantire al consumatore circa “l'origine della materia prima” utilizzata.

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