Olio: serve nuovo patto contro abuso origine del made Italy
Lo afferma Massimo Gargano presidente di Unaprol – consorzio olivicolo italiano al convegno dell’Assitol sul monitoraggio dell’olio di oliva di fronte all’ipotesi ventilata di possibili ripercussioni occupazionali in Italia per un deriva finanziaria del gruppo “Sos Cuetara”, propietaria dei marchi Bertolli, Carapelli e Sasso.
Serve un nuovo patto tra produttori e industria seria del settore per riaccendere il motore dell’orgoglio nazionale e difendere il vero prodotto italiano dagli abusi. Nell’ultimo anno i prezzi dell’extra vergine hanno subito un calo di quasi il 25%. E oggi solo 0,71 centesimi di € dividono il prezzo prodotto lampante dall’olio extra vergine di oliva che viene scambiato sul mercato a meno di 2,5 € il chilo.
“Credo che qualcuno abbia corso dietro la volpe sbagliata cercando di imitare i modello spagnolo per finire impallinato nel vortice dei ribassi e impellicciato sul mercato”.
Il made in Italy è un valore riconosciuto dal mercato perché continua a generare valore a lunga scadenza “ma non può essere confuso in alcun modo con l’indicazione dell’origine obbligatoria in etichetta – ha concluso Gargano – che rappresenta il gioiello di famiglia che tutti, con l’entrata in vigore dal prossimo 1° luglio del Regolamento CE n. 182, dobbiamo difendere altrimenti si finirà per far fare gli affari agli altri”.
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