“Il mattino del 4 novembre, girando per le campagne, vidi l'acqua dei pozzi usati per l'irrigazione “bollire” violentemente e fuoriuscire dal terreno... Era il segnale che il livello del Piave aveva raggiunto l'altezza limite e sarebbe tracimato”. Così riporta una delle ventisei memorie del libro “Testimonianze. Alluvione del Piave 4 novembre del 1966” raccolte a Maserada dalla scrittrice Norma Follina, appena pubblicato da Giano editore. Una copia di questo prezioso lavoro è stato consegnato ad ogni famiglia di Maserada, per non dimenticare una catastrofe naturale che causò disastri e lutti, come la morte di Gino Renato Barzi, il padre di Ettore, uno dei testimoni dell'epoca, e che potrebbe ripetersi nel tempo. Ventisei storie presentate nella ventisettesima: l'autrice Follina ha scritto i titoli dell'indice di modo che, letti di seguito, costituiscano di fatto un altro racconto. “Noi, che abbiamo imparato dagli errori del passato – dice nella prefazione il sindaco di Maserada, Floriana Casellato - stiamo guardando con attenzione l'ambiente, rispettiamo le caratteristiche del nostro Piave e compiamo scelte che garantiscono la sicurezza della popolazione. Il fiume va pulito, conservato e rispettato perché non ci riservi spiacevoli imprevisti. E niente più escavazioni che non siano funzionali alla regimazione delle acque”.



Lieta Zanatta