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Cerniere del Mose, un altro passo verso la difesa di Venezia

23/07/2009
Cerniere del Mose, un altro passo verso la difesa di VeneziaLa consegna era ed è prevista per il 2014 salvo… anticipi. Proprio così, perché con la presentazione delle “cerniere”, avvenuta a Selvazzano Dentro (Padova) presso la FIP Industriale incaricata della realizzazione, lo stato di avanzamento dei lavori del MOSE ha raggiunto il 54%. Più di metà dell’opera che dovrebbe salvare Venezia dalle maree eccezionali, è stata dunque eseguita, ma sopra il livello del mare la realizzazione è già superiore al 90%, il che significa che d’ora in avanti gli interventi si svolgeranno sott’acqua.

Ecco perché è fin troppo facile intuire l’importanza delle cerniere, vale a dire i “cardini” che consentiranno l’innalzamento fino a tre metri sopra il mare delle dighe mobili nel caso in cui le maree superino quota 110 centimetri.

«Il cuore del Mose è pronto per essere prodotto ed installato - ha illustrato Patrizio Cuccioletta, presidente del Magistrato alle Acque di Venezia – Il cronoprogramma è al momento del tutto rispettato e, nonostante il MOSE non possa ispirarsi ad altre opere similari, sono sicuro che condurremo in porto nei tempi e nei modi previsti questa impresa tutta italiana».

Dal 2003 il Magistrato alle Acque di Venezia, attraverso il Consorzio Venezia Nuova, sta realizzando le opere del MOSE per proteggere le città e l’ambiente lagunare dalle acque alte. Complessivamente sono previste 4 schiere di paratoie: una a Malamocco (con 19 paratoie), una a Chioggia (con 18 paratoie) e due al Lido (una sul canale di Treporti con 21 paratoie e una sul canale di San Nicolò con 20 paratoie).

Tali dighe sono collocate in grandi strutture di calcestruzzo (cassoni di alloggiamento) allineate le une alle altre nel fondale dei canali di bocca e adeguatamente zavorrate. Il collegamento delle paratoie con i cassoni è ottenuto mediante particolari elementi denominati gruppi cerniera-connettore. Questi rappresentano i componenti di maggior rilievo del MOSE, per le funzioni che devono svolgere, i carichi che devono sopportare, per le condizioni ambientali in cui operano e perché dal loro funzionamento dipende il funzionamento delle barriere mobili.

Ogni cerniera è composto di tre elementi vale a dire il maschio, la femmina e il gruppo di aggancio: il maschio ha una altezza di quasi tre metri e un peso pari a 10 tonnellate; la femmina ha un'altezza di oltre un metro e dimensioni di pianta di oltre tre metri per lato con un peso di circa 24 tonnellate, il suo fissaggio al cassone avviene mediante una serie di 10 barre di ancoraggio, in acciaio, ciascuna del diametro di 11 centimetri. Il gruppo cerniera-connettore, infine, comprende tutte le parti impiantistiche necessarie per il funzionamento delle paratoie, compresi i tubi per il flusso dell'aria necessaria al loro movimento e inclinazione.

In totale è prevista la produzione di 156 gruppi per 78 paratoie, a cui si aggiungono 16 elementi maschio di riserva. La realizzazione (e i test in un “campo prova” allestito ad hoc) è stata affidata alla FIP Industriale di Selvazzano, un’azienda che da anni ha un ruolo a dir poco rilevante nella costruzione di giganti edilizi. La FIP, infatti, ha partecipato alla realizzazione di grandi opere quali: viadotti delle linee ad alta velocità in Italia (tra cui il ponte strallato sul fiume Po), in Francia, in Spagna e a Taiwan; Stonecutters (Hong Kong); Rion-Antirion (Grecia); Storebaelt Great Link (Danimarca); Vasco de Gama Bridge (Portogallo); Seohae Grand Bridge (Corea del Sud); Marquam Bridge, Oregon (USA); Grattacielo Taipei 101 (Taiwan); Tunnel di derivazione del fiume Giallo (Cina); Stadio Olimpico di Atene (Grecia); Piattaforma petrolifera Chirag 1 (Azerbaijan); Viadotto Cheval Blanc (Francia); tangenziale di Padova e Università di Ancona. Inoltre la FIP – il cui fatturato-2008 è stato di 183 milioni di euro, +20% rispetto al 2007 – ha lavorato alla costruzione del Centro della Protezione Civile di Foligno; alla realizzazione di quasi un centinaio tra scuole e ospedali antisismici in Italia e all’adeguamento antisismico della Basilica di S. Francesco d’Assisi, della Cattedrale di Siena, del Teatro La Fenice di Venezia.

«La presentazione delle cerniere è un passaggio decisivo verso il MOSE – ha commentato Giovanni Mazzacurati (presidente del Consorzio Venezia Nuova) – in quanto si tratta del nodo più delicato per dividere il mare dalla laguna. Ora la produzione industriale in serie può iniziare».

Marco De Lazzari

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